Cos’è che spinge l’essere umano a non credere, a volte, anche a ciò che ha sotto gli occhi? Una domanda quanto mai attuale, alla luce delle sempre maggiori evidenze che sembrano contraddire inesorabilmente tanti assiomi del pensiero unico. Secondo il Professor Alessandro Meluzzi, Medico Psichiatra, Psicologo e Psicoterapeuta, tutto dipende dal principio di inerzia: tendiamo a non vedere tutto ciò che siamo predisposti a non vedere. La Compagnia dell’Anello dovrà tentare di addestrare il maggior numero di persone possibili all’attenzione laterale, cioè a vedere delle cose che non vogliono farci vedere ma che sono sotto gli occhi di tutti e che sono talmente bravi a non far vedere che anche quando si sono palesate (come l’esito fallimentare dei vaccini), vengono addirittura negate da chi non le ha viste perché non averle viste vuol dire smentire la propria capacità di non essere un cretino qualunque. Quindi, visto che le persone, nella loro inerzia, hanno anche la necessità di non perdere il loro status, negheranno anche delle cose che sono sotto gli occhi di tutti. Come faremo a rieducare l’umanità alla verità? È un grosso problema”.

Dello stesso avviso Alberto Contri, Docente di Comunicazione Sociale, che punta l’attenzione sull’importanza dell’educazione. Anzi, di una ri-educazione: “Si può ricostruire un modo di pensare soltanto leggendo autori che hanno saputo spaziare e immaginare cosa ci sarebbe successo già cent’anni fa. Uno dei ruoli fondamentali della Compagnia dell’Anello è diffondere il concetto di ‘studio’ e di ‘cultura’. L’altra sera ho visto due spettacoli musicali dedicati ai giovani e mi è venuto uno sconforto tremendo perché al di là della voglia di stare insieme e di sbattersi un po’, il livello dei contenuti delle canzoni era talmente basso che ti domandi ‘da quale livello dobbiamo ricominciare? A partire dalla scuola e dai giovanissimi”.