1978: l’estate che cambiò il calciomercato in Italia. L’affaire Paolo Rossi destò polemiche e scalpore in tutta la penisola. Si arrivò addirittura alle dimissioni dell’allora Presidente della FIGC Franco Carraro.

Vicenza e Juventus si contesero senza esclusione di colpi la punta originaria di Prato. L’attaccante toscano fu scaraventato, suo malgrado, in un duello mai visto prima in Serie A. La Hit Parade di quell’anno proponeva brani cult come ‘Il triangolo’ di Renato Zero, ‘Pensiero stupendo’ di Patty Pravo e ‘Figli delle stelle’ di Alan Sorrenti. La società italiana subiva un continuo fermento con gli anni di piombo nel pieno del loro svolgimento. L’Argentina ospitò i discussi Mondiali nel paese dilaniato dalla dittatura targata Videla. La Nazionale di Bearzot fece un figurone giungendo al quarto posto dopo aver sconfitto nella fase ai gironi i padroni di casa.

Il futuro Pablito nella Juventus era cresciuto calcisticamente. Dopo la gavetta nel vivaio bianconero il prestito al Como. Nella stagione 1975-1976 le cose però non andarono secondo i piani: soltanto 6 gettoni e digiuno di gol. La Vecchia Signora ebbe il gran merito di credere ancora nelle potenzialità del giovane attaccante. Si fece avanti a quel punto il Lanerossi Vicenza del patron Farina per imbastire una comproprietà. In terra veneta sbocciò definitivamente la stella. Giovan Battista Fabbri sarà il mentore di bomber Rossi. In tre stagioni vissute alla corte biancorossa 94 presenze e 60 reti. Paolo trascinò a suon di gol e giocate per i compagni il Lanerossi prima in Serie A e successivamente contribuì alla spettacolare annata (1977-1978) conclusa con il secondo posto in campionato alle spalle proprio dei bianconeri.

Con l’arrivo del caldo anche le stanze del calciomercato divennero roventi. Dove finirà Rossi? Il quesito dominò la scena in lungo e in largo. Boniperti da una parte, Giussy Farina dall’altra. Il braccio di ferro si prolungò fino all’alba della nuova stagione. Niente intesa tra le parti: inevitabile lo scontro. L’unica via percorribile fu quindi quella delle buste. 800 milioni di lire da parte della Juventus. Il Vicenza lanciò una bomba ad orologeria: 2 miliardi e 600 milioni. Il terremoto finanziario invase ben presto l’ambito strettamente sportivo. Si parlò addirittura di una interrogazione parlamentare per discutere sulla diatriba. Fiumi di inchiostro sui giornali, servizi televisivi a ripetizioni e dibattiti in ogni dove. Insomma, un putiferio in piena regola.

Rossi rimase dunque in Veneto per un altro anno. Il resto è storia con glorie e cadute. Nel 1982 Pablito fece innamorare tutto lo stivale con i suoi gol Mundial. Ricordi indelebili da condividere e custodire gelosamente.

Alessandro Iacobelli