‘C’è chi dice no’, cantava Vasco Rossi. ‘No’ alla vaccinazione obbligatoria per i medici, aggiungono i tedeschi. Di recente, la Sassonia centrale e la Renania Settentrionale-Vestfalia hanno deciso di abolire il provvedimento che costringeva il personale sanitario a vaccinarsi per poter esercitare la professione. Obbligo che in Italia, come sappiamo, sembra duro a morire. “In Germania, l’obbligo di trattamento con i sieri sperimentali era stato introdotto con efficacia solo a partire da marzo 2022, quindi un anno dopo rispetto all’Italia. Fin dall’inizio, però, c’erano state delle fortissime critiche anche da parte delle rappresentanze del personale sanitario, forse perché già si erano visti gli effetti avversi di queste sostanze e, soprattutto, perché si era già capito che non avevano quell’efficacia che era stata raccontata“, spiega l’avvocatessa Renate Holzeisen.

Da lì, una progressiva protesta. “Subito dopo l’introduzione di quest’obbligo – prosegue l’esperta – i responsabili degli ospedali e delle cliniche si sono mostrati contrari alla misura perché, a loro dire, si stavano perdendo sanitari preparatissimi, con il rischio di finire sotto organico. Senonché, le pressioni da parte di queste cliniche e, in particolare, del Partito liberale hanno fatto sì che in quei due land non si applicasse più questa imposizione. Ed è prevedibile che seguiranno altre regioni, tranne quelle governate dai Verdi (che ormai in tutta Europa stanno dimostrando di essere il partito del nuovo autoritarismo)”.

E se in Italia dobbiamo fare i conti con Roberto Speranza, anche Berlino, secondo Holzeisen, non se la passa meglio: “Il Ministro della Salute, Karl Lauterbach, viene da molti definito un ‘pazzo’. Dovrebbe aver studiato Medicina, ma dice delle cose talmente aberranti che iniziano a discostarsi da lui anche alcuni media mainstream”. Eppure è evidente che in Germania, “nonostante la Corte costituzionale sia presieduta da due anni da un uomo scelto dall’ex cancelliera, Angela Merkel, che ha già fatto discutere molto e che ha dato luogo a sentenze incredibili”, qualcosa stia cambiando. E il fermento ormai è tale che “lo stesso ex Presidente della Corte costituzionale tedesca, uno dei più importanti, sta parlando di ‘distruzione dello Stato di diritto’ e di ‘demolizione dei principi costituzionali’“. La domanda allora è chiara: quando toccherà all’Italia dire ‘no’?