Veramente una strana questione questa dei balneari. Cosa succede in pratica? Una direttiva europea, chiamata Bolkestein e osservata in tutta Europa, sancisce che non puoi appropriarti per sempre di un pezzo di spiaggia che è del demanio. Puoi averlo in concessione per un numero limitato di anni e devi andare dunque a bando per conquistartelo.

Apriti cielo! I concessionari italiani, che si sentono proprietari di quei pezzi di litorale che invece sono anche nostri, hanno cominciato a levare gli scudi. Questo perché loro a bando non ci vogliono andare e perché vogliono avere quelle concessioni per sempre. Sono imprenditori, dunque sono capitalisti, dunque sono liberisti, però in questo caso vogliono essere protetti. Il capitalismo all’italiana è sempre così: proteggimi quando sto per avere perdite e invece tutti i profitti sono miei.

Questa volta però la ricreazione è finita perché non solo l’UE ci infliggerebbe sanzioni ma addirittura è la magistratura ad aver decretato che nulla potrà essere più come prima entro il 2023. Cioè a dire che dal primo gennaio 2024 le spiagge vanno a bando. Quindi se sei stato bravo, e i criteri che vengono messi per conquistare l’appalto sono di compatibilità ambientale, quella concessione la prendi. Se invece non sei bravo la prenderà un altro. La cosa più importante è che i prezzi dovranno essere calmierati. Oggi nelle spiagge italiane si pagano allegramente 50 euro per due lettini e un ombrellone.

Il problema però è più di fondo. I concessionari pagano canoni irrisori e questi vanno comunque aumentati. L’altro problema è che oltre il 50% degli arenili italiani è in mano ai concessionari, e questo non va bene. Indovinate quali sono i frammenti di litorale che rimangono pubblici? Quelli più sporchi. Dunque si sta per tornare ad una condizione di paese normale. Qualcuno invece grida: “Qui ci compreranno i cinesi o Amazon che non pagano le tasse in Italia!“. E’ interessante notare che i balneari dichiarano qualcosa come 20mila euro annui. Non è bizzarro che siano così attaccati a questo loro affare, se questo è l’ordine di grandezza dei denari che circolano? E non sarà un caso che si stanno opponendo ad andare a gara?

Il problema è che non siamo sicuri che nemmeno i balneari paghino tutte le tasse che dovrebbero. Dunque perché a me, cliente, dovrebbe fare differenza se arriva un imprenditore di un altro paese di una grossa catena purché rispetti l’ambiente e mi faccia pagare di meno? La ricreazione è finita… sento la campanella.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi