L’estremizzazione della sensibilità verso alcuni temi può divenire una pericolosa limitazione della libertà? La crescente attenzione dell’opinione pubblica verso specifiche tematiche d‘inclusività sociale sembra essere divenuta un vero e proprio mantra non contestabile. Insistendo in maniera ossessiva su un maniacale controllo del linguaggio e del pensiero, il politicamente corretto sembra aver mancato in realtà i propri obiettivi sociali, conseguendo paradossalmente risultati del tutto opposti.

Se gli anni 70′ e 80′ appaiono oggi come il regno della scorrettezza formale, in realtà nel genuino senso di vicinanza, privo di barriere artificialmente imposte, la tolleranza trovava il suo posto naturale. Oggi l’ossessiva attenzione “gridata” all’integrazione sembra costruire invece muri sempre più alti, ponendo in primo piano la demonizzazione di comportamenti scorretti piuttosto che il dialogo. Forme di confronto più aperte, eliminando naturalmente inaccettabili atti di violenza fisica e verbale, potrebbero, al contrario, favorire uno scambio di idee tra punti di vista diversi, giungendo ad una pacificazione sociale e dei diritti fondata non sull’imposizione dall’alto ma su una diretta relazione orizzontale, dal basso, tra tutti gli snodi chiave della società civile.

Il messaggio letto in diretta da Fabio Duranti