La Casa Bianca attacca il New York Times definendolo ‘irresponsabile’. La testata internazionale USA ha pubblicato una notizia in cui rivela un coinvolgimento dell’Intelligence americana sulle ultime uccisioni dei generali russi da parte di truppe ucraine. Un aiuto, da quanto si legge dall’articolo del NYT, di tipo ‘informativo’, quel tanto specifico che è bastato per far scatenare una reazione direttamente dai piani alti. Un paese come l’America che si autodefinisce da sempre ‘il più democratico e liberale’, oggi sembra aver fatto uno grosso scivolone non rispettando in definitiva i criteri di libertà di stampa e critica giornalistica.

“Non forniamo informazioni di intelligence con l’obiettivo di uccidere generali russi”, così aggiunge alla prima invettiva Adrienne Watson, la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, scatenando a seguito una tempesta mediatica e il sollevamento di ancor più dubbi che certezze tra l’opinione pubblica.

In Russia i giornalisti li ammazzano, negli Stati Uniti i giornalisti hanno la fortuna di fare il loro mestiere, di riportare cose che sono scomode anche alla Casa Bianca”. Così interviene Davide Vecchi in diretta, Direttore de Il Tempo, che dalla reazione esagerata del Governo americano coglie il risvolto politico che, a quanto sostiene Vecchi, ha radici che vanno ben oltre la semplice critica giornalistica: “Più passa il tempo e più è evidente che il conflitto sia tra Stati Uniti e Russia e questo lo vediamo anche in Italia: buona parte della maggioranza del Governo Draghi sta chiedendo al Premier di spiegare quanto e per quanto tempo vuole mandare armi”.

Biden e Trump: la complementarietà che non ci aspettavamo

“Sicuramente non depone a favore di Biden e del governo statunitense. È un attacco scomposto, appare (e questo è) la volontà di limitare non tanto la libertà di stampa quanto il diritto di critica.

Stiamo assistendo a una trasformazione del Governo Biden. Veniamo da anni in cui Trump era il criminale numero uno, considerato da tutti il peggior Presidente degli Stati Uniti ma non è che si sia mai spinto a denigrare o accusare di essere irresponsabili un organo di stampa. In un periodo di guerra come quello attuale vediamo come gli Stati Uniti si stiano comportando da ‘reucci’ del mondo: stanno facendo quello che vogliono e lo vediamo con la guerra in Ucraina. Oggettivamente la diplomazia è ferma e immobile e Biden continua ad alimentare miliardi di armi a Zelensky.

Putin ha aggredito, invaso e attaccato un popolo inerme come quello ucraino. Era fine febbraio ma ora sono passati 70 giorni, è evidente che non ci sia nessuno che cerca di instaurare al minimo tentativo una pace o un dialogo con Putin. Sarebbe giusto che qualcuno cerchi una via del dialogo, anche l’ONU è arrivata in un ritardo imbarazzante dato che si è presentata dopo 60 giorni”.

Gli obiettivi USA e il ruolo italiano

Il D-day è avvenuto e noi lo sappiamo dopo che è avvenuto. Stessa cosa per il New York Times: non svela dei piani prossimi e futuri ma fa un resoconto di cose già avvenute. Gli Stati Uniti sono un paese meraviglioso e assolutamente libero ma hanno anche due pesi e due misure: quando c’è qualcuno che li attacca e devono difendere i loro interessi calpestano anche diritti fondamentali dell’uomo, com’è successo a Guantanámo.

In Russia i giornalisti li ammazzano, negli Stati Uniti i giornalisti hanno la fortuna di fare il loro mestiere, di riportare cose che sono scomode anche alla Casa Bianca. Ed è proprio questo che stride, la Casa Bianca è il Governo di uno Stato considerato come il più libero al mondo fa molto più rumore rispetto a un Governo dittatoriale come quello di Mosca che i giornalisti li uccide.

Più passa il tempo e più è evidente che il conflitto sia tra Stati Uniti e Russia e questo lo vediamo anche in Italia: buona parte della maggioranza del Governo Draghi sta chiedendo al Premier di spiegare quanto e per quanto tempo vuole mandare armi. Si pongono la stessa domanda Francia, Spagna, Germania e Inghilterra. Noi, come Europa, siamo schiacciati in questa guerra. Le conseguenze arrivano qui. Un minimo di trasparenza in più sarebbe legittimo su questo, almeno chiederlo”.