Perché l’uomo tende ad uniformarsi con i suoi simili? Perché la maggioranza accetta le imposizioni provenienti dall’alto piuttosto che ribellarsi? Cosa ci spinge, quando ci troviamo in un gruppo, ad adeguarci senza spirito critico alle norme che vigenti?
Forse é la nostra natura, un retaggio proveniente dal remoto passato di cui non siamo del tutto consapevoli ma che ci influenza profondamente.

Le ricerche sui gruppi hanno un ruolo chiave negli studi sulla psicologia comportamentale. La pandemia, in tale contesto di ricerca, è divenuta un caso esemplare. Secondo il prof. Alessandro Meluzzi si è venuto definendo un comportamento gregario evidenziabile negli animali (ad esempio negli uccelli).

Ma cosa viene dopo quando cala il sipario sull’ignoranza (nel senso latino)? Quando ci si rende conto? Lo psichiatra chiama in causa gli aspetti profondi del “risveglio”. Le informazioni veicolate hanno indotto la maggioranza ad accettare linee guida, anche con il sacrificio della stessa libertà individuale. Capita però che chi ha avuto episodi traumatici sia stato travolto da una doccia fredda e abbia sviluppato particolari comportamenti.

Come ci fa notare il docente di Comunicazione Sociale Alberto Contri, è difficile mettere in discussione certe convinzioni, tanto che equivale in alcuni casi a mettere in discussione l’esistenza stessa.

Come mai si cade in questa trappola? Nell’intervento a “Un Giorno Speciale” il prof. Alessandro Meluzzi e il prof. Alberto Contri Hanno provato a rispondere a questa domanda.

Il prof. Alberto Contri in diretta

“Oggi è stata usata una tale quantità di mass media, social media…messaggi da tutte le parti che hanno fatto in modo che la gente si sentisse dalla parte giusta.

Nel momento in cui rischi di mettere in crisi questa loro convinzione, è come se mettessi in crisi la loro esistenza. E allora insistono, non vogliono ammettere: quelli che hanno commesso errori non vogliono ammetterli, ma anche la gente comune.

Adesso si sta diffondendo questa stupidata del vaiolo delle scimmie: sono casi limitatissimi, non si capisce perché i giornali devono parlare di questa cosa. Perché dobbiamo vivere sotto la paura? Sotto l’emergenza e sotto la paura non ragioni e agisci d’impulso”.

Meluzzi spiega la sindrome dei “risvegliati”

“L’uomo è un animale gregario, che si presta facilmente ad entrare nel mondo dell’uniformità gregaria.

Mark Twain dice che è più facile fregare qualcuno che convincerlo del fatto che è stato fregato perché scatta il mondo della dissonanza cognitiva: accettare l’idea che ho sbagliato vuol dire negare me stesso.

È la sindrome che scatta in chi si sta risvegliando: la sindrome del risvegliato. Ad esempio qualcuno che avuto un lutto dovuto alla vaccinazione…il trauma è talmente forte che non può negare come fosse una menzogna. La sindrome che che scatta in lui al “risveglio” è tragica: insonnia, ansia, agitazione…è come se entrasse in una specie di rottura esistenziale, che sta tra la sindrome depressiva ad una condizione psicoticizzante.

Sono meccanismi che un gruppo di abilissimi psicologi sociali agli ordini di Davos è riuscito a realizzare in questa faccenda. Prima che questa massa disperata possa risvegliarsi sapete quanto dovrà passare? e quanti guai dovremo vivere?

C’è una rottura dei meccanismi profondi, non di quelli empirici pragmatici, ma di quelli legati ad un cervello inconscio che vive in meccanismi e con strutture di pensiero diverse da quelle della decisione empirica.

Per fare questo hanno dovuto ricorrere prima ad un grande aerosol della paura. Ci sono voluti due anni per arrivare a questo risultato, non ci sarebbero riusciti il primo giorno. Come adesso non ci riusciranno con il vaiolo, perché il meccanismo l’abbiamo già visto. Molti si adegueranno per disciplina e altri diranno: “possibile che ogni sei mesi c’è una nuova epidemia”. Il gioco si fa scoperto.

Degli studi scientifici non interessa a nessuno”.