Probabilmente è già troppo tardi. E lo è perché l’Italia è già a tutti gli effetti in guerra. È in guerra dacché ha mandato le armi offensive a sostegno dell’Ucraina. E lo è altresì dacché ha fatto le sanzioni infami alla Russia, quelle che come più volte abbiamo sottolineato vanno a nocumento del sanzionante e non del sanzionato. Tuttavia, desidero esibire sinceramente i tre motivi per cui l’Italia dovrebbe, o meglio avrebbe dovuto, mantenersi neutrale. Avrebbe dovuto voglio dire perorare le ragioni della pace, difendere il dialogo, i negoziati, insomma non entrare in guerra come invece sta per fare.

In primis, vi è il motivo, che dirò per semplicità, costituzionale. L’art. 11 della nostra Costituzione, come sapete, mette al bando la guerra. E mette al bando la guerra tanto come mezzo di offesa quanto come strumento atto a dirimere le controversie internazionali. Ciò vuol dire, per inciso, che è fare guerra sia mandare le armi in Ucraina sia fare guerra direttamente invadendo un altro Paese.

Il secondo motivo che voglio richiamare è di ordine filosofico e ideale. L’Europa sognata da Kant, Spinelli, Husserl, dovrebbe idealmente essere l’Europa del dialogo e della ragione, della pace e della diplomazia. Non si diceva sempre che l’Unione europea ci avrebbe protetti dal ritorno delle guerre nel nostro continente? Ebbene, era una menzogna. L’Unione europea, lungi dal proteggerci dalle guerre, ci sta conducendo nel cuore di una nuova guerra potenzialmente distruttiva.

Vi è poi il terzo e ultimo argomento, probabilmente più prosaico mi rendo conto, connesso all’interesse economico. L’Italia non ha alcun motivo di fare la guerra a chi, la Russia, non ha mai fatto nulla di male all’Italia. Né ha motivo di entrare in guerra per sostenere chi, l’Ucraina, non fa parte dell’Unione europea e nemmeno della Nato. Di più, l’Italia in questa guerra non ha alcun motivo per aggredire la Russia e difendere l’Ucraina, non ha alcun motivo per entrare a nuocere unicamente a se stessa. In questa guerra l’Italia ha solo da perderci.

È una guerra che, possiamo sintetizzare così, offende la Costituzione, il logos e l’interesse nazionale.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro