Chi accende il condizionatore sostiene la guerra. Chi invia armi in Ucraina sostiene la pace. Sembrano proposizioni direttamente tratte da un aggiornamento di 1984 di Orwell, invece sono purtroppo scene ordinarie di pensiero unico politicamente e geopoliticamente corretto. Chiunque non si pieghi al nuovo ordine washingtoniano è ipso facto condannato in quanto dissenziente con categorie ad hoc della neo-lingua: Stato canaglia, terrorista, novello Hitler. Non vi bastano queste proposizioni? Eccovene servite altre: in Ucraina non vi è nessun oppositore di Zelensky, in Russia non vi è nessun sostenitore di Putin, la causa della guerra sta nella follia di un soggetto psicolabile. Sono queste alcune delle più in voga proposizioni del pensiero unico politicamente e geopoliticamente corretto che viene quotidianamente messo in circolazione dai professionisti dell’informazione.

Giornalisti e operatori dei media sempre più figurano allora come successori del sofista tematizzato da Platone nei suoi Dialoghi. Gli operatori dei media, proprio come il sofista di Platone, diffondono la doxa, vale a dire l’apparenza mendace dell’opinione, di un sapere strutturalmente instabile. I nuovi sofisti post-moderni inducono in effetti ad amare le immagini, scambiate sempre di nuovo per la realtà.

Occorre dunque ribadirlo con enfasi e senza ambagi: la vera lotta non è mai tra le opposizioni proposte dal sistema. È invece tra quelle, da una parte, e la vera opposizione, dall’altra. E la vera opposizione – che il sistema deve occultare – è solo quella che mini la tenuta dell’ordine sistemico, incorporando l’alternativa reale. In questo caso l’alternativa reale, che non può mai essere menzionata dall’ordine del discorso dominante, è quello di un ordine multipolare, sottratto alla presa mortifera dell’imperialismo degli Stati Uniti e delle loro colonie. Tra cui l’Unione europea e l’Ucraina del guitto Zelensky, prodotto in vitro a Washington, attore Nato.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro