Ancora una volta si canta vittoria dalle parti di Chivasso, nei dintorni della Città metropolitana di Torino. Qui è ubicato uno dei simboli del dissenso alle maxi restrizioni imposte per fronteggiare l’emergenza Covid. Sì, perché tra la fine del 2020 e tutto il 2021 la Torteria gestita da Rosanna Spatari è stata sede di protesta contro le norme del Governo, riunendo persone che avevano tutte il medesimo interesse: alzare la voce e dire no a delle disposizioni ingiuste. È accaduto in seguito alla data del 31 ottobre 2020, quando la guardia di finanza aveva sorpreso nel locale una decina di clienti dopo l’orario consentito (a quel tempo fissato per legge alle 18). Un controllo che aveva fatto scattare da parte del Prefetto di Torino la chiusura dell’attività per cinque giorni. Sarebbero poi diventati mesi interi di sequestro a seguito dell’inosservanza delle ordinanze emesse.

Di tempo ne è passato, di danni all’impresa di Spatari ne sono stati fatti. Adesso tuttavia viene fuori la verità delle carte bollate. Il giudice di pace di Ivrea ha dato ragione alla donna. “Condivisibili e fondate” le motivazioni della proprietaria della torteria, scrive la toga Giampiero Caliendo. Parole che se estese a tutta la gestione dell’epidemia, dai lockdown alle mascherine e dai vaccini al Green Pass, avrebbero potuto fare la differenza: “L’importanza di tutti gli interessi costituzionali coinvolti avrebbe imposto una motivazione qualificata supportata da elementi riscontrabili”.

Rosanna Spatari è stata intervistata insieme all’avvocato Alessandro Fusillo da Stefano Molinari a Lavori in Corso. Questo il commento della titolare della Torteria di Chivasso e del suo legale.

La titolare della Torteria

“Sono rimasta chiusa sei mesi, è tanto per una persona che ha un locale da gestire. Io non avevo soldi, sono riuscita a pagare giusto qualcosa. Ho avuto la fortuna che, essendo stata sempre generosa, ho ricevuto la stessa generosità in cambio. L’affitto bisognava pagarlo, le utenze anche. Sarei sicuramente andata in difficoltà economica. Il problema è che a livello sociale non ci sono stati aiuti di nessun tipo. Anche se avessi avuto bisogno di mangiare, di comprare il cibo, non avrei potuto”.

L’Avv. Alessandro Fusillo

“Io sto preparando un azione di risarcimento del danno. Qui noi abbiamo due pronunce che sono uscite: una della Cassazione che ha detto che non c’è reato, un’altra molto importante di qualche giorno fa del giudice di pace di Ivrea che ha annullato l’unico provvedimento arrivato a Rosanna dalla Prefettura. Il giudice ha detto cose di assoluto buonsenso, cioè che i Dpcm sono privi di una motivazione razionale, che mancano di proporzionalità. Ha detto che prevalgono le norme dell’Unione europea su quelle italiane, ricordiamoci che le norme Ue vietano tutte queste schifezze che hanno fatto i vari Governi che si sono susseguiti. E poi ha fatto notare l’assoluta irrazionalità di queste norme”.