Laddove si perdano i servizi pubblici essenziali, sono sempre gli ultimi, gli indifesi e i più poveri a rimetterci. Sono loro che non possono saltare le code per rivolgersi alla sanità privata. Occorre rilevare il fatto che la spesa sanitaria in rapporto al PIL è stata in crescita dal 2010 al 2020 per paesi come Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti, mentre il nostro paese è andato in controtendenza.

Il gap, il differenziale tra la spesa sanitaria di Germania e Italia si sta allargando. Sentiamo soltanto parlare di adeguamenti normativi, di innovazione green e digitale in questi mesi nel dibattito europeo. Io sono tra coloro che pensano che la qualità di uno Stato non si misura soltanto nell’efficienza dei conti pubblici ma anche nell’efficienza dei servizi che questo stato eroga. Uno dei servizi più importanti è quello sanitario, ma potrei dire lo stesso della scuola, dell’università e della sicurezza.

Come facciamo a misurare il valore di uno Stato parlando soltanto di pareggio di bilancio e non preoccupandoci delle enormi disparità che si stanno creando tra noi e gli altri stati. È evidente che si debba cercare di aver una visione che non è soltanto quella dell’efficienza, ma anche quella dell’equità. Se noi ragionassimo di economia umanistica, come faccio sul mio gruppo Telegram, noi avremmo un modo di ragionare che va a considerare non più soltanto indicatori come il debito/Pil come unico indicatore, ma dovremmo parlare anche dei valori immateriali di quello stato.

Parlerei del valore umanistico di uno Stato dato dai valori rappresentati nelle opere d’arte, rappresentati nella storia millenaria di quel paese e rifiuto di accettare che l’Italia venga considerata nei modelli di rating inferiore al Botswana solo perché non ha miniere di diamanti. Ricordiamo che uno dei nostri compianti cantautori diceva che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi