Strateghi e massimi esperti di geopolitica se lo chiedono da tempo, senza però arrivare a una soluzione unanime: fino a dove si spingerà Putin? O rigirando la domanda: quando si fermerà? La creazione di un’enclave russa in territorio ucraino, verosimilmente rappresentata dal Donbass, potrebbe non bastare al leader del Cremlino. Uno Stato nello Stato che potrebbe espandersi anche oltre, fino a lambire il confine a ovest con la Moldavia chiudendo così l’accesso al Mar Nero.
Altra chiave di lettura, più apocalittica ma altrettanto sul tavolo, vede una precipitazione dello scenario, il coinvolgimento diretto di Nato, Stati Uniti, Europa e l’ingresso nella terza guerra mondiale.

Di conseguenza, ci si interroga anche sulle prossime mosse a stelle e strisce. L’impero di Washington rischia di sentirsi minacciato dalle superpotenze occidentali a tal punto da non poter fare a meno di intervenire. Il presidente Biden ha già fatto alcuni passi più lunghi della gamba, definendo Putin ora “dittatore” ora “macellaio”. Un po’ come se una gran parte del potere statunitense fosse sotto pressione rispetto a un disegno che gli sta scappando di mano.

Lo scenario è stato illustrato dal Prof. Meluzzi, rispondendo a una domanda formulata in diretta da Vanni Frajese. Ecco la spiegazione a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“L’America è governata da una setta basata sul clan dei Clinton, sui Bush, su quelli che hanno governato gli Stati Uniti negli ultimi venti anni. A questa setta si è contrapposto duramente Trump che con un trucco elettorale è stato privato della presidenza degli Stati Uniti. È chiaro che c’era in mente un disegno in cui i dem americani, la setta dem americana, doveva essere il braccio armato di una globalizzazione che aveva testa e coda tra l’Unione europea e gli Stati Uniti governati dal mondo dem. È chiaro evidentemente che questo disegno sta fallendo. Questo disegno che era basato su un’emissione di denaro a perdere, viene riposizionato dalla Russia sugli essenziali dell’economia: terra, cibo, energia, oro, metallo. E quindi questa cosa ha fatto saltare il meccanismo. Io credo che noi siamo in questo momento le principali vittime di questa lacerazione. O recuperiamo un rapporto internazionale credibile col mondo russo, africano, cinese, islamico, sudamericano, o altrimenti saremo perduti. Se ci affidiamo a Hillary Clinton, a Soros, a Schwab e al mondo del World Economic Forum siamo fot**ti”.