La quasi totalità del tessuto economico italiano è composto da piccole o microimprese, le maggiori delle quali costituite da circa 20 dipendenti, per arrivare anche a meno di 5. Ciononostante non sembra elevata l’attenzione che si sta facendo verso tali composizioni, in particolare dagli albori della pandemia e, ancor di più, dall’inizio della guerra.
A pagare il terribile prezzo di armi e sostegno bellico all’Ucraina sono infatti loro: gli artigiani. E lo fanno a causa dell’escalation verticale dei prezzi delle materie prime: l’allarme, già lanciato dall’Ufficio Studi di Confartigianato è stato rilanciato in diretta dal Presidente Marco Granelli.
“Quello dell’energia e delle materie prime è il problema che oggi ci tocca più da vicino – ha detto Granelli ai nostri microfoni – parlando per esempio di elettricità, ricordo che noi paghiamo la bolletta più alta della media europea. Ma non solamente, noi artigiani paghiamo quattro volte in più l’energia elettrica rispetto alle grandi imprese; proprio qualche giorno fa ho incontrato degli imprenditori del settore caseario, aziende che hanno 10-12 dipendenti, e mi raccontavano della difficoltà che hanno a continuare la produzione. Mi hanno detto che oggi c’è più interesse a disdire i contratti e a pagare le penali piuttosto che continuare a produrre. L’elettricità impatta per noi in modo altissimo sulla produzione e sui costi, non riusciamo più a far fronte a tutto questo. Questo cosa significa? Mettere a rischio famiglie, aziende e dare vita a quelli che sono gli ammortizzatori sociali che diventano un costo per tutta la collettività.
I soldi che ha dato il governo per abbattere i costi sono importanti, ma sono interventi tampone”.
Secondo il Dottor Granelli questi “sono problemi strutturali che il governo dovrebbe risolvere in due modi: con l’Europa, mettendo un tetto e facendo in modo che non ci siano speculazioni coinvolgendo tutti i paesi dell’Europa, ed eliminando il male atavico del nostro paese, quello di non avere una politica energetica chiara.
In questo paese quando si dice ‘no’ a certe situazioni che possono risolvere il problema dell’energia, bisogna anche sapere che questi ‘no’ hanno un costo che poi è per tutti i cittadini e che diventa molto negativo non solo per le imprese, ma anche per le famiglie”.
Quando con tanta leggerezza si liquida la situazione a banali questioni ideologiche, è il materiale – filosoficamente – e la materia prima a rimetterci più di tutti.