La disinformazione è un tema cardine nel dibattito contemporaneo. Il diritto di essere informati e di informare rappresenta un punto nodale delle democrazie contemporanee. Un’informazione libera e indipendente è divenuta il termometro dello stato di salute dei nostri sistemi politici contemporanei. Forme di controllo monopolistico rappresentano una grave minaccia all’intero tessuto sociale e politico.

Il prof. De Masi mette in guardia contro le conseguenze dannose di tali processi di disinformazione. Le possibili forme di degenerazione comunicativa possono arrivare a comportare gravi danni, tanto da poter essere definite come forme di “criminalità informativa”.

Le parole del prof. Domenico De Masi in diretta

“Abbiamo tutte le sere il caso mastodontico dell’Ucraina commentato da persone che non ne sanno assolutamente nulla. Io questo lo trovo un delitto, un delitto della comunicazione nel quale cadono tutte le sere le emittenti televisive. Queste commissionano dei sondaggi dove risulta che la massa delle persone dice l’opposto di quello che vuole la narrazione mainstream dei nostri media. I nostri media dice non si possono non mandare le armi, invece la maggioranza degli italiani pensano che si possa non mandarle”

“L’informazione è distorta e pilotata. Distorta per ignoranza ed esistono forme di criminalità anche nell’informazione. Un giornalista è criminale se da giudizi a milioni di persone senza esserne capace. Noi siamo soggetti ad un altro tipo di criminalità quando tutte le sere dedica intere ore a dei quiz demenziali anziché informare come si deve. Non facciamo che aggiungere criminalità informativa ad altra criminalità informativa”