La parola crisi un tempo alludeva a un evento eccezionale e limitato nel tempo. “Crisi” oggi diventa la normale condizione d’esistenza di tutti e di ciascuno; diviene dunque la nuova normalità.
L’ordine neoliberale vive infatti nell’emergenza perpetua: è il tempo della crisi, ogni volta infatti sopraggiunge una nuova emergenza senza che la precedente si sia risolta. Così è anche per l’emergenza marziale che ora giunge senza che quella epidemica sia terminata.
“Vivere nella crisi”: ecco il marchio della condizione neoliberale. Intanto il Governo italiano, detto “dei migliori”, non ha fondi per ricerche e lavoratori; tuttavia ha fondi per potenziare le spese militari. Ancora, il Governo italiano detto “dei migliori” non ha fondi per la ricostruzione dei paesi colpiti dal terremoto, ma ha fondi per la ricostruzione del teatro ucraino a Mariupol.
Il proprio nemico, diciamolo apertamente, gli italiani lo hanno al governo. Intanto la macchina della propaganda procede senza posa utilizzando ogni argomento e ogni pedina.

A proposito di pedine e di scacchi, vogliamo ricordare la figura dello scacchista Garry Kasparov, il quale viene intervistato dai media nazionali e internazionali come se fosse una voce assolutamente attendibile e super partes. In realtà Kasparov, lo sappiamo, è da sempre un araldo del neoliberismo atlantista nonché un dichiarato nemico della sua Patria, che vorrebbe vedere al guinzaglio di Washington.
Ma i più non lo sanno, dacché i più sono talmente accecati dalla propaganda che non si accorgono della gravità del fatto che l’Italia sta mandando armi in Ucraina, con ciò entrando in guerra in spregio della propria Costituzione nonché della volontà del popolo italiano.
Questo semplicemente per obbedienza servile a Washington.

Non passi inosservato allora il fatto che, sempre in materia di fake news e di macchina della propaganda, i mille morti al teatro di Mariupol, semplicemente, non c’erano. Era una fake news diffusa però dai “professionisti dell’informazione”, come orwellianamente si sono autoproclamati.
La verità, tuttavia, alla fine viene a galla. E forse – chissà – a galla verrà anche la verità relativa alla figura del guitto Zelensky che i più celebrano come un eroe. Chissà, forse verrà il giorno in cui la verità verrà a galla e il guitto Zelensky sarà ricordato per quello che realmente egli è: un fedele servitore della NATO e dell’imperialismo made in USA. Servitore dell’imperialismo, sia chiaro, non del popolo, come pure dice la serie TV a lui dedicata che, guarda caso, viene rilanciata proprio in questi giorni anche da una nota rete nazionale italiana.
“Servant of the People”, questo il titolo della serie TV, ma meglio sarebbe il titolo se pensiamo a Zelensky: “Servant of the élite”, o se preferite, “Servant of the ruling class” (“Servo della classe dominante”).

Questo e non altro è Zelensky, un soggetto che è stato letteralmente prodotto in vitro a Washington, o più precisamente a Hollywood. Considerate il fatto che nella serie televisiva questo guitto figurava come un attore che alla fine riusciva a diventare presidente dell’Ucraina, ciò che poi realmente è accaduto. Come dire che la storia era già stata scritta e il copione era già pronto e steso da Washington (pardon, da Hollywood) che poi non ha fatto altro che assistere a questa scalata che ha portato il guitto Zelensky al comando dell’Ucraina e a tutto ciò che sta accadendo ora.
Ancora una volta possiamo ben dire che Zelensky non è un eroe, è un guitto. E chissà, forse alla fine si attende anche come premio l’Oscar, come si compete alle star hollywoodiane.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro