L’offensiva russa in Ucraina sembra rimettere in discussione l’attuale ordine geopolitico globale. Il sistema di sicurezza euro-atlantico nato dal crollo dell’URSS appare scricchiolare sotto la spinta bellica del Cremlino. Lo stesso ruolo della Nato e dell’Unione europea sembra venire messo in discussione nella fase diplomatica aperta dalla guerra in Ucraina. Qual è il ruolo dell’Italia nel nuovo contesto internazionale?

Inserita saldamente nella Nato, l’Italia ha sempre avuto un ruolo gregario nel patto atlantico, subordinata alle necessità dell’alleato di maggioranza, gli USA. La definizione di una nuova architettura di sicurezza potrebbe aprire spazi e possibilità per la politica estera italiana, in grado di smarcarsi dal ruolo di basso profilo attuale e ritagliarsi un nuovo protagonismo globale.

Meluzzi e Fusaro elaborano la prospettiva di un’Italia protagonista in una nuova posizione di neutralità globale. Partendo dalla sua cultura e alla sua storia, l’Italia potrebbe assumere il ruolo egemone di un terzo blocco in grado di mediare i conflitti bellici e disinnescare lo scontro Est-Ovest.

Il commento in diretta di Fusaro, Meluzzi e Duranti.

La visione di Meluzzi sulla guerra


“Nel sogno Gandhiano, di Nehru e in maniera forse più strumentale di Tito, l’idea di un terzo blocco planetario come fattore di dialogo nei blocchi contrapposti aveva una sua rispettabilità. Credo che l’Italia ricostituirebbe un suo valore diventando un fattore di dialogo e di pace in una situazione che sta diventando assolutamente paradossale. Voglio ricordare che così come vengono spaccati dall’interno la chiesa cattolica, la tradizione ortodossa e altre tradizioni, anche il mondo anglosassone è spaccato, nel mondo anglosassone c’è anche Chomsky, nel mondo anglosassone c’è anche Scruton, nel mondo nord americano al tempo della rivoluzione americana c’erano le posizioni di Madison e di Edison contrapposte a Beniamino Franklin e di Washington. Da una parte ci sono i maligni della finanza internazionale che sono stati dei visitors dentro al mondo americano e non a caso lui cita Clinton e non Eisenhower. Quindi c’è un mondo Repubblicano con certe caratteristiche che io trovo più rispettabili di quelle del mondo Dem. Vi dico che purtroppo ci sono spaccature in tutti i mondi, guardate che fine ha fatto nel mondo più vicino a noi della Lega, il povero Salvini ridotto quasi ad un buffone per aver seguito Giorgetti in Ponzellini, se lui avesse tenuto una posizione lineare invece di piegarsi al mondo bancario rappresentato da Giorgetti, probabilmente la Lega non sarebbe ridotta cosi come è ridotta. La spaccatura attraversa le categorie originali“.

La proposta di Diego Fusaro sul futuro dell’Italia


“Naturalmente condivido la tesi secondo cui i buoni ci sono in tutto il mondo, la mia critica non riguarda mai i popoli, io non ho assolutamente nulla contro il popolo Americano, Russo, Cinese, Ucraino o Cubano. La mia critica è indirizzata ai governi, alla gestione e al posizionamento politico e geopolitico dei singoli governi, questo è il senso della mia critica all’Impero Statunitense. Sarebbe auspicabile che l’Italia mantenesse una posizione di neutralità, non fosse altro che per il fatto che lo richiede la nostra Costituzione all’articolo 11. Vi è pero un problema concreto che rende le nostre richieste di neutralità dell’Italia paragonabili a quelle che Hegel chiamerebbe le Utopie dell’Anima Bella, perché l’Italia purtroppo non può essere neutra nella misura in cui è una colonia, proprio come l’Unione Europea stessa di Washington. Non dimentichiamo che abbiamo più di 100 basi militari Statunitensi sul territorio, come si fa ad essere neutrali se partono dalle nostre basi gli aerei americani, come facciamo ad essere neutrali? Come facciamo ad essere neutrali se è Washington a decidere chi Roma deve bombardare o sanzionare. La mia modesta proposta, se volessimo fare un ritorno a Callipolis con Platone, un ritorno alla città ideale, proporrei l’uscita immediata dell’Italia dalla NATO e dall’Unione europea così com’è e la creazione di un Europa di Stati sovrani nazionali e affratellati, basati non sull’economia ma su valori culturali spirituali e politici, tali da comporre un terzo polo autonomo rispetto a quello orientale e a quello occidental capitalistico, un polo che finalmente perorasse le ragioni del logos, del dialogo e della pace. Bisognerebbe avviare una fondazione di un’Europa diversa, un’Europa degli stati sovrani nazionali democratici e socialisti cioè esattamente l’opposto di quello che accade adesso“.