César analizza la Lazio di oggi con un occhio nostalgico al passato. Sarri, Milinkovic, Lazzari e non solo. L’ex centrocampista mancino, protagonista in biancoceleste dal 2001 fino al 2006, è intervenuto in diretta ai microfoni di Radio Radio Lo Sport.

Il brasiliano di San Paolo vive direttamente il passaggio al timone societario dall’epopea Cragnotti all’avvento di Claudio Lotito. Rodriguez Aparecido totalizza 119 presenze siglando 18 reti. Nella settimana clou che porta al derby della Capitale, fissato per domenica 20 marzo alle ore 18, un vecchia gloria laziale amatissima fa il punto della situazione sulle prestazioni dei ragazzi di mister Sarri nell’arco di questa annata.

Il successo di misura contro il Venezia, grazie al penalty concretizzato da bomber Immobile, ha regalato ai biancocelesti la quinta posizione solitaria in classifica davanti all’Atalanta e proprio alla Roma. Indubbiamente, soprattutto nelle ultime settimane, Luis Alberto e compagni stanno sfoderando un gioco a tratti spumeggiante e di certo più consono ai dettami impartiti dall’allenatore toscano. Fraseggi, triangolazioni, imbucate geniali e concretezza sotto porta.

L’intervento live di César 

Il miglioramento c’è ma non basta

Indubbiamente le cose stanno andando meglio, ma non basta. Sono d’accordo anche sul fatto che senza Milinkovic-Savic la Lazio è davvero un’altra squadra. Parliamo proprio di un altro calcio. Il serbo è un talento talmente ampio, per quantità, qualità, spessore e caratteristiche, che di fatto è insostituibile. Quando non c’è la sua assenza si avverte tanto“.

Su Luis Alberto

E’ un giocatore fantastico. All’inizio ha fatto fatico ma poi ha fatto vedere delle giocate piacevoli per gli occhi. Con una maggiore continuità allora diventerebbe davvero intoccabile. Un giocatore così forte a livello individuare riesce ad innalzare anche il livello del resto della squadra. Fortissimo“.

César come Lazzari

Per me dovrebbe giocare sempre. Mi arrabbio molto all’idea che non riesca a trovare tanta continuità. E’ un giocatore veloce che spinge a tutta fascia e che arriva spesso al cross. Proprio perché veloce magari può commettere qualche errore, ma non è certamente l’unico a sbagliare. In tutti i casi è comunque un uomo che si sacrifica anche nella fase di copertura in difesa. Non capisco questa fissa di Sarri su Hysaj che, al momento, non ha dimostrato mai di essere sopra la media. Dal mio punto di vista non c’è assolutamente paragone tra i due“.

I ricordi con la casacca laziale e la scomparsa di Pino Wilson

Ho i brividi quando penso a Pino. Lui mi ha sempre trattato benissimo parlandomi spesso con grande gentilezza. Ci accomunava il fatto che entrambi siamo stati capitani della Lazio. Questa è storia. Parliamo di chi ha sofferto e ha combattuto, magari anche sbagliando come sarà successo anche a me, per il bene di questa maglia. Ho vissuto i momenti difficili della società con il passaggio alla gestione di Lotito. Non dimenticherò mai tutto ciò. Sono laziale e amante di questi colori“.