Sono giorni di concitazione nel mondo della magistratura italiana. E così sarà ancora nei prossimi mesi. La riforma predisposta dal ministro della Giustizia Marta Cartabia è già passata al vaglio del Governo e si trova incardinata in Parlamento. Tra le ultime modifiche approvate dal Consiglio dei Ministri: divieto di esercitare funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, nazionali e locali, in simultanea; collocamento fuori ruolo per i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive per almeno un anno o incarichi di governo; accessibilità al concorso in magistratura direttamente dopo la laurea.

Uno degli aspetti più sensibili della riforma riguarda le cosiddette “porte girevoli”, ovvero il blocco delle carriere a metà tra politica e magistratura. I tre anni “raffreddamento “prima di rientrare in servizio previsti dal disegno di legge della guardasigilli ha degli esclusi eccellenti: i giudici amministrativi. Tra questi una particolare riflessione va fatta sui componenti del Consiglio di Stato, capaci di ottenere incarichi di vertice in ministeri e alte amministrazioni senza andare senza smettere di fare i magistrati, cumulando funzioni e relativi stipendi.

I consiglieri di Stato sono “magistrati assolutamente sui generis”, scrive Sergio Rizzo nel suo ultimo libro “Potere assoluto – I cento magistrati che comandano in Italia”. Per legge hanno il compito di esprimere pareri e suggerimenti sulle iniziative del Governo. Al tempo stesso, nei panni di giudici, hanno il potere di emettere sentenze su ogni causa che contrapponga la società civile alla pubblica amministrazione. Lo si è visto anche un mese fa, quando Il Consiglio di Stato ha sospeso con un decreto la sentenza del Tar del Lazio che annullava il protocollo ministeriale riguardo le cure domiciliari.

La matassa è stata dipanata in diretta dal giornalista Francesco Amodeo, ospite insieme all’avvocato Renate Holzeisen di Fabio Duranti. Ecco il suo intervento a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.