I confini della libera scelta si sciolgono come neve al sole di fronte all’obbligo di vaccinazione anti Covid in vigore dal 15 febbraio per gli over 50. Dopo una serie di restrizioni che hanno colpito i più svariati ambiti di svago delle persone sprovviste di Green Pass, entra a pieno regime (sarebbe il caso di dire) l’inoculazione forzata per poter continuare a lavorare e portare a casa lo stipendio. Vietato l’accesso al proprio ufficio o luogo di impiego senza certificato. E chi verrà sorpreso dovrà anche versare una cifre compresa tra i 600 e i 1500 euro.

Il sacrosanto diritto al lavoro, posto all’apice della Costituzione italiana, viene così superato da un decreto firmato dal Premier Mario Draghi. Una situazione che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana, così come inedite potrebbero essere anche le conseguenze di una simile norma. Non solo rispetto alla questione sanitaria, con la gran parte dei cittadini che si sono sottoposti al trattamento. Ma anche e soprattutto per la reazione civica e civile che potrebbe porre in essere la parte marginalizzata, esclusa, discriminata. Queste persone si trovano nella particolare condizione per la quale si vedono negate le libertà da uno Stato che contribuiscono a tenere in piedi in quanto contribuenti.

Quello che si potrebbe profilare è dunque uno sciopero fiscale dalla portata enorme. Uno scenario illustrato in diretta dall’avvocato Renate Holzeisen: “Io devo assolutamente confermare da fiscalista che in una situazione di questo genere, tutte le persone alle quali viene negato il godimento di beni e servizi (al quale anche loro contribuiscono) certamente non dovranno pagare quantomeno il totale del teorico debito fiscale. Ed è questo un tema del quale bisogna urgentemente discutere”.

Ecco l’intervento dell’Avv. Renate Holzeisen a Un Giorno Speciale, ospite di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.