Rende, provincia di Cosenza, un uomo raggiunge la locale stazione dei carabinieri. Scende dalla sua seicento gialla, è un insegnante trentatreenne. Lento prende una tanica dall’automobile, è benzina. Si avvicina alla Caserma ed inizia a versare il liquido oleoso e denso sui suoi vestiti. All’improvviso un lampo, un accendino brilla e l’uomo si trasforma in una dolorosa torcia umana.

Le fiamme ardono immediatamente la carne dell’uomo. Solo il tempestivo intervento di alcuni testimoni evita la tragedia finale. L’insegnante riporterà ustioni sul 70% del corpo e trasportato in gravi condizioni all’ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza. Al momento è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Terapia intensiva. Della drammatica vicenda l’assordante silenzio sui media.

Duranti denuncia: “Tempo fa cose gravissime come questa avrebbero riempito i giornali. Un’immagine del genere avrebbe avuto la prima pagina, perché il fallimento di uno Stato se un insegnate di 33 anni arriva a darsi fuoco davanti una caserma. Eppure dall’informazione silenzio totale. L’ordine è sparare vista e non dare conto di tutto il resto. Questo è il punto!”.

L’analisi di Duranti si allarga all’importanza del pluralismo dell’informazione per avere una comunicazione realmente libera e in grado di raccontare la realtà non in modo unidirezionale e alternativo alla sola narrativa mainstream. Il rischio dell’assolutismo dell’informazione per l’Italia è messo nero su bianco in modo chiaro dal professore Steve H. Hanke della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland. Hanke con un Twitter esprime tutta la sua preoccupazione per le misure restrittive adottate in Italia, parlando in maniera esplicita di un ritorno al fascismo.

L’intervento di Fabio Duranti in diretta.