Condurre oggi le masse verso una direzione già prestabilita è un’arte e creare bisogni indotti è uno strumento efficace per anticipare le mosse della folla. Se si occupano, come è stato fatto, tutti i centri di cultura, di formazione e di comunicazione, il disegno della costruzione della credenza diventa più semplice e realizzabile.

Evidenti assurdità in materia economica, ricette economiche distruttive dell’economia reale, palesi ingiustizie sociali diventano comunemente accertate, avvalorate, condivise dall’opinione pubblica che in tal guisa, inconsapevolmente si schiera pervicacemente con entusiasmo per decenni dalla parte del suo carnefice.

Sto parlando del compleanno dell’Euro che riguarda la credenza popolare venduta a tutti i cittadini italiani nella seconda metà degli anni 90′. Ci venne comunicato che sarebbe aumentato il reddito dell’Italia, che si sarebbe combattuto la povertà del mio Paese e terzo che si sarebbe dato più lavoro al mio paese, anzi che avremmo lavorato un giorno in meno ma sarebbe stato come se avessimo guadagnato lavorando un giorno in più.

A vent’anni di distanza da quando venne introdotto nel 2002, questo compleanno dell’Euro dimostra: primo che il PIL pro capite per gli italiani in termini reali è sceso, secondo che la povertà è triplicata dai due milioni di poveri assoluti del 2005 ai 6 milioni quasi del 2020, terzo le persone vanno in pensione più tardi e i giovani non trovano lavoro. Questo dicono i dati economici e non la propaganda.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi