Parliamo di sanità pubblica, quella che ci avrebbe dato una mano durante la pandemia a ridurre le morti, perché molti sono morti nella fase iniziale della pandemia per mancanza di assistenza, per assenza di sanità di prossimità e di base. I processi di privatizzazione della sanità stando andando avanti con rapidità

Il famoso PNRR vede la sanità all’ultimo posto, 19 miliardi in 6 anni, pochissimi, certamente non all’altezza delle esigenze della ristrutturazione della sanità italiana che 1980 aveva mezzo milione di posti letto, oggi ne ha solo più 130 mila. Avevamo un unico sistema sanitario nazionale che certo andava reso efficiente ma non diviso in 21 sistemi sanitari, uno per regione e addirittura due in Trentino Aldo Adige.

Una giovane donna in gravidanza è tornata in Sicilia, nella sua terra d’origine, ha partorito e ha chiesto assistenza nel luogo più vicino, ma è dovuta andare a 90 km di distanza, a Patti, perché l’unita ospedaliera più vicina era stata cancellata. Il bimbo non ce l’ha fatta e il neonato è morto.

Questa giovane donna sarebbe probabilmente con il suo bambino se la sanità pubblica fosse stata resa efficiente ed efficace. È un’amara storia ma ce ne sono tante nel nostro paese.

3 minuti con Marco Rizzo