Il Napoli serve il poker, la Lazio crolla al tappetto. Biancocelesti inermi dinanzi al dominio netto e incontrastato del calcio champagne targato Spalletti. Sarri, ex di lusso nella notte dedicata al mito leggendario di Diego Armando Maradona, finisce in castigo dietro la lavagna del suo collega.

Una batosta, purtroppo non l’unica in questa prima parte di campionato, per una squadra che proprio non riesce ad imprimere quella continuità di risultati essenziale nell’arco di una stagione. Immobile e compagni contano ora 21 punti in classifica, inchiodati in un limbo pieno di incognite e perplessità.

C’è poco da dire – commenta a caldo nel post partita lo stesso Sarri – l’approccio era sbagliato e su due gol ci abbiamo messo del nostro. La Lazio era disattivata e questo, che purtroppo succede ciclicamente, mi preoccupa e difficilmente si potrà risolvere. La classifica? Senza continuità sarà dura risalire“.

La Lazio a Napoli, negli ultimi anni, ha quasi sempre perso pesantemente. L’anno scorso ne ha presi 5. Ricordo un 5-0 del Napoli di Sarri contro i biancocelesti di Inzghi. Mi sembra di risentire un po’ tutte le cose che dicevamo anche l’anno scorso. Sicuramente – secondo Luigi Salomone de Il Tempo – il Sarri laziale deve studiare il famoso ‘Piano B’. Ci sono alcune partite che non possono essere giocate allo stesso modo. I 5 risultati dopo le partite di Europa League non possono essere un caso. Tre sconfitte: 3-0 a Bologna, 4-1 a Verona, 4-0 a Napoli. Mettiamoci poi un pareggio casalingo con il Cagliari e la vittoria agevole all’Olimpico contro la Salernitana“.

Alessandro Vocalelli

Quella del Napoli di Spalletti è stata una lezione non solo di tattica e calcio, ma anche di buon senso, di flessibilità e capacità di leggere la partita. Nel momento in cui hai tutti giocatori tecnici e palleggiatori il campo lo stringi e non lo allarghi. La Lazio invece, ancora una volta, ha giocato una partita andando avanti con un canovaccio senza valutare lo sviluppo della stessa. Quindi con i due esterni d’attacco larghissimi, soprattutto Felipe Anderson che non l’ha presa mai, e con i quattro difensori molto stretti.

Furio Focolari

Quindi per Salomone il metro di paragone della Lazio è il Napoli degli anni precedenti. Inzaghi, negli anni di sua gestione, fino ad ora ha fatto sempre meglio in termini di punti. Sarri quest’anno ha 21 punti dopo 14 partite con media 1,5. In trasferta ha preso più gol di 18 squadre di Serie A compresa la Salernitana. Ha una differenza di 0 con Verona e Sassuolo che stanno messe meglio sotto tale aspetto. I biancocelesti in classifica hanno gli stessi punti di Fiorentina e Bologna con due punti in più di Verona ed Empoli. Sarri sta depauperando il patrimonio dei calciatori della Lazio. Ieri Milinkovic era il fratello “scemo” di quello che gioca nel Torino, mentre Luis Alberto non esiste più.

Nando Orsi

Le partite perse quest’anno dalla Lazio come le ha perse? Le ha perse con squadre che ti aggredivano. Se questa Lazio vuole andare a giocare come il Napoli, a mio parere, non ha le caratteristiche per farlo. Contro Inter e Roma invece ha giocato di ripartenza portando a casa il successo. Poi nel 3-5-2 di Inzaghi era diverso. Sarri pensava che questa rosa potesse giocare un calcio a due tocchi mentre, invece, questo gruppo i due tocchi non ce li ha. Milinkovic ha quattro tocchi e Luis Alberto ne ha due a campo largo. Ieri sera i biancocelesti si sono consegnati al gioco del Napoli di Spalletti.

Paolo Cericola

L’undici titolare di quest’anno, rispetto a quello della scorsa stagione, ha in più Hysaj, Felipe Anderson e Pedro. Parliamo di due giocatori a parametro zero e un giocatore comprato a tre milioni di euro. Si è pensato che lo scemo del villaggio, che oggi sta per vincere lo scudetto con l’Inter, non fosse adeguato per far diventare Patric Roberto Carlos. La realtà delle cose e che Sarri va avanti per le sue scelte e non sente voci e ipotesi diverse di gioco. Attenzione: a me viene raccontato che non ci sia grande dialogo all’interno dello spogliatoio. Questo mi preoccupa di più.