Domenica 14 novembre, a Firenze, si terrà la manifestazione capeggiata da Nunzia Alessandra Schilirò, poliziotta e Vicequestore di Roma sospesa dal servizio dallo scorso 12 ottobre dopo aver tenuto in piazza San Giovanni, nella Capitale, un discorso contro il Green Pass. La manifestazione, dal titolo “Venere vincerà”, ha come scopo quello di (ri)affermare il genere femminile, sottolineandone l’importanza all’interno della società, con tutte quelle caratteristiche proprie della donna, per combattere l’odio aleggiante nel clima attuale.

Ad esprimere un parere favorevole sulla manifestazione, anche Diego Fusaro. Il filosofo ha spiegato come oggi sia intenzione del potere quella di abbattere ogni barriera tra generi, cercando di uniformare uomini e donne sotto l’etichetta del cosiddetto ‘gender fluid’. Lo scopo di tale operazione sarebbe quello di cancellare ogni identità, ogni cultura, cercando dunque di far prevalere lo spazio liscio all’interno del quale scorrono senza ostacoli le logiche del capitale e delle merci. Il commento del filosofo a ‘Un Giorno Speciale’.

Diego Fusaro: “Così produrranno il neutro indistinto”

“Voglio citare il ‘De Rerum Natura’ di Lucrezio che si apre con Venere e si chiude con la guerra, la peste, quindi il trionfo di Marte. Abbiamo bisogno di Venere più che mai. Si continua a ripetere che siamo in guerra ma noi abbiamo bisogno dell’amore che vince ogni cosa. Abbiamo bisogno dell’amore e della potenzia unitiva. La formula dell’amore è desiderare che l’altro si realizzi a pieno. Abbiamo bisogno dell’amore in chiave relazionale.
Esistono secondo natura la figura del maschio e della femmina. Non sono una scelta culturale ma prenatale ed è evidente che la razza umana si riproduce in forza di questa unità duale di genere umano di uomini e donne che hanno pari dignità. Il potere vuole produrre un’uguaglianza intesa come indifferenziazione. Come dire, per rendere uguali uomini e donne dobbiamo renderli indistinti. Proprio questo è l’errore. La mano destra e sinistra hanno pari dignità quindi per renderle uguali devo cancellare la differenza. La vera uguaglianza presuppone la differenza ma fa sì che non vi siano gerarchie. La piena uguaglianza presuppone la differenza ma fa in modo che questa non crei gerarchie e relazioni autoritarie in cui una parte sta sotto l’altra. La piena dignità deve essere creata nella società tramite pari diritti mantenendo però la differenza ontologica che è quella grazie alla quale veniamo al mondo.


Perché si sta cercando di scardinare financo quest’ultimo fortilizio di resistenza al transumanesimo turbocapitalistico dominante? Perché stiamo vivendo nel tempo della disidentificazione. Ogni identità, culturale e di genere, storica e di pensiero, è vista come un ostacolo del nulla della forma merce per il nichilismo che conosce solo uno spazio liscio senza identità e confine in cui ogni essere umano debba scorrere illimitatamente secondo le logiche del capitale. Ecco perché gli araldi del nuovo turbocapitalismo spendono tante energie per produrre un individuo unisex post-identitario svuotato di cultura, legame e coscienza, che sia di supporto per la società dei mercati. È la mutazione antropologica che diventa un tentativo di scardinare la natura umana per produrre il neutro indistinto, l’uomo che non è più maschio o femmina, cultura e identità, è un mero supporto anonimo. Dobbiamo resistere a tutto questo valorizzando le identità culturali, naturali, religiose, le identità nel loro complesso intese come strumento di resistenza al capitalismo delle forme merci. Solo chi ha un’identità può rispettare quelle altrui mentre chi non ha identità è in lotta con quelle altrui. Abbiamo bisogno di identità che si relazionino dialogicamente, riconoscendosi e instaurando forme di dialogo che può avvenire solo tra i diversi. Ecco in sintesi perché il nuovo ordine mondiale turbocapitalistico non accetta identità e differenze ma vuole un consumatore apolide, anglofono, sdradicato, unisex, semplice consumatore di merci senza coscienza critica”.

Nunzia Alessandra Schilirò: “Vogliono renderci come elettrodomestici incapaci di comunicare”

“Quello che si vuole fare al giorno d’oggi è creare la versione 2.0 del vecchio ‘Divide et impera’. Vogliono farci diventare come elettrodomestici incapaci di relazionarsi con gli altri, che quindi siano incapaci di comunicare ma sempre più isolati. L’essere umano così viene distrutto, muore. Lo dicevano già Falcone e Borsellino: la tortura peggiore è l’isolamento, non far parlare una persona. A me sta succedendo la stessa cosa perché io non posso più parlare, io dovrei stare zitta. In questo periodo storico, nel 2021, mi chiedo: ‘Ma non è che siamo nel Medioevo e non me ne sono accorta?'”.