Il filosofo Ernst Bloch diceva che pensare significa oltrepassare. Con ciò intendeva dire non soltanto che il pensiero è necessariamente pensiero della speranza, ma anche che la capacità specifica del pensiero è anticipare ciò che sarà, precorrendo la coscienza anticipante.
Alla luce di queste considerazioni possiamo provare a fare alcune previsioni, non disancorate dalla realtà. La vera previsione interpreta gli sviluppi della realtà stessa e quindi le possibilità imbozzolate nelle strutture del reale. Ebbene, ho più volte sollevato molte questioni relative al nuovo ordine terapeutico.

Se, come pare evidente per il leviatano tecno-sanitario, non c’è diritto che possa essere revocato, cosa vieta di pensare che prossimamente si arrivi a violare il domicilio dei cittadini? Pensateci per un istante. Se anche la violazione del domicilio dei cittadini servirà a sconfiggere il nemico invisibile, a contenere l’emergenza epidemica, a contenere la crescita dei contagi, in che modo ci si potrà mai opporre a ciò? Forse richiamandosi alla Costituzione, dirà qualche anima pia. Ma se bastasse il richiamo alla Costituzione non sarebbero mai giunti a limitare la libertà di assemblea, di spostamento e di lavoro. Lo hanno fatto invece violando lo spirito della Costituzione, utilizzando l’emergenza come condizione d’eccezione e dunque come fondamento di una razionalità politica grazie alla quale diviene con l’emergenza non solo possibile ma anche doveroso e inevitabile.

Nessun diritto è ormai al sicuro, dacché ogni diritto può essere rimosso, limitato, soppresso, messo in congedo, a patto che ciò avvenga in ragione della salute. Che è un po’ come dire: tutto è possibile a patto che quel tutto sia fatto per contenere l’emergenza epidemica e dunque per garantire la possibilità della vita di tutti e di ciascuno di continuare ad essere.
L’innalzamento del diritto alla salute come unico diritto comporta la possibile messa in congedo di tutti gli altri diritti. È quella che forse Carl Schmitt avrebbe chiamato ‘tirannia dei valori’ ed è quella che oggi noi potremmo appellare ‘tirannia del diritto alla salute’. È come se da due anni a questa parte il diritto alla salute si fosse innalzato a unico diritto degno e prioritario, tale all’occorrenza da poter mettere a tacere tutti gli altri, cosa che ovviamente non è prevista dalla nostra Costituzione che non dice da nessuna parte che questo sia prioritario su altri, come il diritto al lavoro.

Naturale poi che possa sorgere la legittima domanda che più volte abbiamo sollevato. È l’emergenza che ha bisogno della limitazione dei diritti o è questa che per compiersi necessita dello stato d’emergenza? I diritti – si dice – saranno restituiti allorché l’emergenza sarà finita: il guaio però è che l’emergenza non finirà. Ha preso forma un nuovo metodo di governo delle cose e delle persone che si fonda sull’emergenza infinita e sull’infinita sospensione dei diritti e delle libertà.

RadioAttivitàlampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro