Oggi vorrei celermente discutere di un tema che tra i tanti mi sta particolarmente a cuore, dacché in esso si intrecciano le questioni teoriche e pratiche e si dà la possibilità di vedere se ognuno di noi sia un uomo musicale, come diceva Platone di Socrate.
Si è uomini musicali se e solo se si dà un accordo splendido tra il proprio agire e le proprie teorie, dal quale accordo promana una musica melodiosa. Ebbene, voglio discutere di questo tema a partire da una riflessione svolta in tutt’altro contesto dal filosofo Kant, che nel 1793 pubblicò un testo: Sul detto comune: “Questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica”.

Ebbene, il tema di cui voglio parlare riguarda gli acquisti in rete e in particolare cercherò di chiarirvi perché non dobbiamo comprare in rete ma solo nei negozi di prossimità. Molti che sono a favore della mia affermazione, poi comprano in rete e per loro vale il detto kantiano.
Proverò a spiegare questo punto in maniera semplice.
Immaginiamo che Paolo abbia una pizzeria. Il libro che Paolo compra sulla piattaforma digitale costa un euro in meno della libreria di Giorgio sotto casa. Così accade che Paolo prende il libro dalla piattaforma in rete risparmiando un euro, ma Giorgio soccombe alla concorrenza ed è costretto a chiudere la sua libreria e a lasciare a casa i propri dipendenti.
Giorgio il libraio non potrà più andare in pizzeria, così come i suoi dipendenti, e più precisamente nella pizzeria di Paolo che ha comprato il libro sulla piattaforma e-commerce. Anche Paolo sarà costretto a chiudere la propria attività perché non avrà più i clienti di prima. Così entrambi non potranno più andare nel negozio di Anna, così anche Anna sarà costretta a chiudere.

Per risparmiare un euro abbiamo distrutto la nostra comunità e le sue attività. Per questo motivo mi spingo a dire che non bisogna comprare in rete. Occorre comprare nei negozi di prossimità, anche se costa un euro in più. Non lasciamo che i colossi e-commerce distruggano la nostra comunità. Difendete il lavoro, la comunità umana, evitate che si compia l’infausto destino della globalizzazione, o meglio, della glebalizzazione, che secondo l’esempio evocato si caratterizza per la plebeizzazione della società per la produzione di una massa globale di soggetti ormai privi di tutto che si sono lasciati sedurre dalle sirene del mercato digitale, dell’e-commerce e delle comodità della globalizzazione, dietro al quale si nasconde la glebalizzazione.

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