Roma, Piazza San Giovanni, manifestazione contro il Green pass. Prende la parola una donna. La sua voce è ferma, le sue parole forti: “Il lasciapassare verde è incompatibile con la nostra Costituzione”. Il suo nome è Nunzia Alessandra Schilirò, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, un passato da avvocato e un presente da poliziotta premiata per i suoi meriti sul campo. Una donna delle istituzioni in piazza per difendere la stessa carta costituzionale. L’eco delle sue parole supera la folla di San Giovanni, giunge all’opinione pubblica e amplificata dai media, inizia il processo della sua posizione, tra sostenitori ed haters. È lecito che un poliziotto esprima pubblicamente le sue opinioni in dissenso con le istituzioni?

Nunzia Alessandra Schilirò intervistata in esclusiva da Fabio Duranti non ha dubbi, era in piazza da libera cittadina per difendere i principi della Costituzione e i principi fondamentali che la Carta garantisce. Nessun diritto, ha spiegato la vicequestore Schilirò può essere subordinato ad una certificazione – come il Green pass – senza base costituzionale. L’obiettivo della vice questore è favorire un dibattito, mitigare il clima d’odio favorendo la riconciliazione sociale tra le ormai agguerrite fazioni in campo.

Chi mi ha celebrato per anni ora mi accusa di aver danneggiato l’immagine della Polizia

Ho sempre pensato che le persone danno il meglio di loro stesse sentendosi al sicuro. Mi piaceva l’idea di poter garantire la sicurezza dei cittadini. Facendo questo mestiere ormai da 13 anni ho capito che la gente non ha bisogno di sentirsi al sicuro soltanto quando cammina per strada o quando va in metropolitana. La gente ha bisogno anche di sentirsi al sicuro dentro. Prima di arrivare alla questione del Green Pass occorre dire una cosa. Il fatto che io sia un poliziotto lo sanno tutti. Adesso mi accusano di aver danneggiato l’immagine della Polizia, ma il paradosso è che io sono stata l’immagine della stessa Polizia per tanti anni. Ho vinto 4 premi dati dalla società civile per i miei risultati professionali, perché alcuni dei casi che hanno fatto più clamore tra i media“.

Oggi a mancare è il confronto scientifico e culturale

Io ero lì come libera cittadina a esercitare i diritti previsti dalla Costituzione negli articoli 17 e 21. Se sono una poliziotta conosciuta lo devo all’amministrazione stessa che ha investito su di me e al fatto che, non per colpa mia, se qualcuno digitava su Google il mio nome fino al 24 settembre uscivano 3 pagine su quello che ho fatto in divisa. Quindi lo scalpore della poliziotta che sale sul palco mi sembra davvero un po’ esagerato. Credo inoltre che l’immagine dell’amministrazione può essere stata lesa con i fatti del G8 di Genova o con i poliziotti che hanno multato una famiglia che portava la figlia leucemica di 8 anni a fare la visita durante il Lockdown.

Io ho fatto una semplice domanda: ma il Governo si è posto il problema su cosa accadrà dal 15 ottobre in poi se questi 15 milioni di italiani dovessero decidere di stare a casa e dire no al Green Pass? A me piace essere una cittadina onesta. Non riesco a capire perché non abbiamo diritto a un contraddittorio alla pari tra uno dei tanti virologi televisivi e, ad esempio, un Montagnier o un Tarro. A chi mi accusa, a chi dice che disonoro la divisa e che mi devo dimettere io dico: avete letto la Costituzione? Io sono diventata un personaggio per volontà dell’amministrazione e per i miei meriti professionali. Dobbiamo convivere con questo virus? Usiamo tutte le armi a nostra disposizione. Veramente c’è qualcosa che non va nella nostra società. Sono scesa in piazza perché il momento che stiamo vivendo è di una gravità senza precedenti. Non voglio tornare sul passato, però io non voglio essere complice di tutto questo. Il bene, la verità e la giustizia esistono”.