Si continua anche in queste ore a ragionare intorno agli esiti, forse non del tutto scontati e prevedibili, delle elezioni avutesi in questi giorni in alcune città importanti in Italia. Uno dei temi che sembra ritornare con maggiore frequenza riguarda in estrema sintesi la c.d. “morte del sovranismo”. Si è da più parti detto che il grande sconfitto di queste elezioni sembra potersi ragionevolmente identificare con il sovranismo. I partiti che hanno variamente incarnato il sovranismo, cosa sia poi in concreto lo lasciamo ad altre discussioni, hanno registrato un netto calo. Penso soprattutto al centrodestra della Lega e di Fratelli d’Italia. Tale analisi mi sembra fuorviante per varie ragioni.

Innanzitutto dobbiamo rammentare il fatto che la Lega di Salvini, che è evidentemente in fase declinate, lo è forse proprio in ragione del fatto che ha abbandonato le proprie istanze dette sovraniste, riconvertendosi in partito dell’Euro e dell’Unione europea, della globalizzazione liberista e dell’establishment. Nella Lega sta già da tempo prevalendo la linea di Giorgetti, più istituzionale, rispetto a quella di Salvini che invece aveva incarnato pure con tutti i limiti del caso le istanze populiste e sovraniste. Nell’estate del 2019 dopo la tragicomica vicenda del Papeete e dopo la solo tragica vicenda della fine del governo giallo-verde, Salvini brillava come stella morta poiché si era bruciato le sue possibilità principali e aveva abbandonato un compito importantissimo quale era quello incarnato dal governo gialloverde, laboratorio populista e sovranista di resistenza alla globalizzazione.

Forse ciò che stiamo riscontrando non è tanto il declino inappellabile del sovranismo come affrettati commentatori hanno celermente sostenuto. Stiamo forse invece registrando il fatto che proprio l’abbandono delle istanze di sovranismo e populismo sta determinando il tramonto di quelle forze che le avevano incarnate e che avendole ora abbandonate pagano lo scotto di tale abbandono in termini elettorali. Questo per altro apre una possibile pista di riflessione ed emancipazione: chi saprà in futuro ereditare il tema della sovranità e degli interessi nazionali. Il sovranismo in estrema sintesi raffigura e rappresenta l’interesse della sovranità nazionale come fulcro di una possibile democrazia sociale contro gli interessi cosmopoliti delle classi dominanti. È vero che il sovranismo può declinarsi in chiave social-democratica come anche può dar luogo a spiacevoli e condannabili episodi regressivi. Tuttavia l’economia post-nazionale è intrinsecamente post-democratiche.

La ri-democratizzazione degli spazi sociali europei dovrà di necessita passare dalla riconquista della sovranità nazionale. Ecco perché vi è così vitale bisogno di sovranità nazionale o come si usa dire di sovranismo. Analogamente il populismo, categoria particolarmente in auge e utilizzata per screditare le masse nazionali popolari e i loro desiderata differenti rispetto a quelli dei gruppi oligarchici dominanti. Oggi il populismo sembra non avere rappresentanza, se per populismo intendiamo appunto le istanze delle classi lavoratrici e dei ceti medi, di ciò che va sotto il nome di popolo. Oggi prevalgono gli interessi dell’elite cosmopolita o blocco neo-liberale che dir si voglia. Chi saprà raccogliere. ereditare e difendere gli interessi della sovranità nazionale e del popolo

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