“Non è accettabile, come già manifestato dalla Gradinata Nord di San Siro, che una bandiera come Oriali, per simbologia seconda solo a Giacinto Facchetti, venga liquidata con un comunicato gelido e, a tratti, persino irrispettoso”

Probabilmente è l’addio più doloroso di tutti, anche se più eclatanti sono stati il commiato di Conte e le cessioni di Hakimi e Lukaku. Però se fino a qualche giorno fa avessimo chiesto a un tifoso nerazzurro a caso quale fosse, dovendola individuare, la faccia rappresentativa dell’Inter e dell’appartenenza al club, tutti avrebbero risposto Lele Oriali.

Per questo, pur volendo tenere conto di un paio di ragioni plausibili (il fatto che Oriali fosse uomo di Conte e non di Inzaghi, o il fatto che ricopre anche il ruolo di team manager in nazionale), non è accettabile, come già manifestato dalla Gradinata Nord di San Siro, che una bandiera come Oriali, per simbologia seconda solo a Giacinto Facchetti, venga liquidata con un comunicato gelido e, a tratti, persino irrispettoso, se non altro sgarbato.

Una pezza ce l’ha messa chi, in società, con la decisione non era d’accordo e che, guarda caso, il mondo Inter lo conosce come pochi altri: – La parola grazie non è abbastanza per chi da anni e per anni ha condiviso il mondo Inter sempre al massimo.
Oggi perdiamo con grande dispiacere un vincente, un uomo vero e soprattutto un grande interista. Un enorme abbraccio a Lele Oriali. L’Inter è e sarà sempre casa tua. –

Firmato: Javier Zanetti. Non a caso, ora rischia anche lui.

Paolo Marcacci