Ci dobbiamo occupare della democrazia nel mondo, sembrerebbe urlarci la tragedia in Afghanistan. In realtà quella terra un tempo splendida, ricordiamo la Via della Seta, ha sempre vissuto di contrasti molto forti. Ci sono stati i musulmani, a suo tempo ci sono stati i sovietici, poi ancora i talebani con il loro ritorno dopo la cosiddetta liberazione. Ci dobbiamo preoccupare di questo? È possibile esportare la democrazia occidentale in tutti i paesi? Evidentemente no.

Questo non è possibile perché ogni paese ha la sua tradizione e la sua radice. Quello che però ci domandiamo è se ci deve essere qualcuno che si prende cura dei posti del mondo dove accadono cose oggettivamente contrari alla libertà, cioè le dittature e i totalitarismi. Ma questo chi è che lo decide? Noi? Secondo me non può farlo un solo Stato, come non poteva farlo l’Unione Sovietica e così non possono farlo gli Stati Uniti. Dovrebbero essere, a mio modo di vedere, decisioni multilaterali, prese nell’unica sede dove si possono prendere e cioè quella delle Nazioni Unite.

Lì si dovrebbe cercare di far funzionare le cose diversamente. Ma lì non si può perché alcuni paesi, quelli più potenti, hanno il diritto di veto. Ciò che impedisce, per esempio, di condannare le esagerazioni, per usare un termine eufemistico, di Israele contro i palestinesi. Ciò che non permette di andare oltre alle condanne in tanti altri casi in cui, invece, ci sarebbe dovuto essere un intervento. L’intervento in realtà arriva soltanto in quei paesi di cui non frega niente a nessuno. Ecco perché non ci aspettiamo che succeda nulla da quel punto di vista, ma quella sarebbe l’unica cosa da auspicare.

Cioè un mandato multilaterale per evitare le violenze e l’instaurarsi di dittature. Ma questo non è possibile nemmeno nel nostro mondo, nemmeno nel mondo animato da desideri liberisti o di nuovi mercati. Per cui le donne e gli uomini afghani di buona volontà che non vogliono sottomettersi a una sbagliata interpretazione della legge islamica avranno ora da soffrire. Noi ce ne lamenteremo ma, in realtà, non potremmo fare molto altro che non stare a guardare. Questo è molto triste, non solo lì ma anche nei 50 focolai di guerra africani, nel contenzioso in Myanmar e in tutte le situazioni che al mondo comportano questo tipo di problematiche. Una volta c’erano i gendarmi del mondo, l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, che di disastri ne hanno combinati parecchi. Ma oggi che si potrebbero utilizzare forze multilaterali questo non viene nemmeno ipotizzato.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi