E’ guerra aperta sul green pass. In settimana verrà presa una decisione definitiva sul cosiddetto pass verde certificato da un tampone rapido, dalla recente guarigione dal Sars-CoV-2 o dalla avvenuta vaccinazione: c’è l’ipotesi riferita all’Ansa dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa di un green pass “a più velocità”. L’idea al vaglio del governo sarebbe una variazione degli obblighi tra il prossimo mese e settembre, con regole dure ad agosto per eventi al chiuso e norme più leggere per servizi ritenuti essenziali. Un pass più restringente si potrebbe avere a settembre, con più limitazioni per i non vaccinati, ma per ora restiamo nel campo delle ipotesi.

Le perplessità non sono soltanto costituzionali; c’è da fare i conti con le attività commerciali che risentiranno – e già stanno risentendo – del fiato sul collo delle limitazioni di libertà: piovono disdette nel settore turistico secondo quanto riferito dal Presidente Mio – Italia Paolo Bianchini, senza contare la refrattarietà di chi sceglie di non fare il vaccino a fare un tampone ogni volta in cui frequenta un ristorante al chiuso.
Mi sembra l’ennesima scelta ipocrita fatta da un governo che vuole far vedere agli italiani che si muove per contrastare il virus, ma imporrebbe a bar e ristoranti di fare una sorta di selezione all’ingresso“, dice Bianchini a ‘Lavori in Corso’, “registriamo il fatto che i mezzi pubblici sono esentati dal pass per salire a bordo: noi ci siamo mossi pesantemente perché quest’idea malsana del Ministro Speranza e del Cts venga rispedita al mittente“.

Ecco l’intervento ai microfoni di Stefano Molinari.