Il dibattito sul Green Pass divide non sono il popolo italiano ma anche la maggioranza al Governo. Draghi, con un decreto legge, ha introdotto la misura che impedisce di entrare in determinati luoghi pubblici, come bar e ristoranti, se non muniti di tessera che si può ottenere attraverso la vaccinazione, la guarigione dopo aver contratto il Covid-19 negli ultimi sei mesi e un tampone negativo. Una scelta, quella del Premier, che sarà vagliata nei prossimi mesi dal Parlamento ma che, al momento, lascia perplessi varie forze politiche, come la Lega. Armando Siri, senatore, ha commentato la questione a “Un Giorno Speciale”: “Il processo di disgregazione del nostro ordinamento è iniziato già negli anni ’90. Si è iniziato a rompere il perimetro della Costituzione, cominciavano a cadere delle certezze. Come ha detto Mattarella, quando i popoli barattano la libertà con promesse di maggiore ordine e tutela, questo finisce sempre in modo drammatico. Abbiamo ceduto tantissime libertà per paura. La paura ci spinge ad andare a ciò che fino ad un attimo prima era irrealizzabile. Due anni fa non avremmo mai pensato di accettare una situazione come quella di oggi”.

La responsabilità maggiore, secondo il senatore, è degli organi di informazione che dovrebbero occuparsi di trasmettere numeri e dati realistici e di non creare falsi allarmismi. Un compito che però, secondo Siri, non viene assolto né da giornali né da telegiornali, che anzi trasmetterebbero informazioni differente da quelle reali: “Di fronte ad una comunicazione pressante, che ci arriva da giornali e telegiornali, se non abbiamo capacità di critica prendiamo tutto per vero. Ma i numeri dicono cose diverse: questa è una malattia da cui si guarisce”.

In risposta alla domanda di Fabio Duranti su quanto realmente possa fare la Lega per impedire – eventualmente – a Draghi di proseguire con la carica di Presidente del Consiglio, Siri risponde: “Sfatiamo una falsa informazione. Se anche la Lega togliesse la fiducia, non è che Draghi va a casa. Per loro sarebbe un trauma? Lo sarebbe per tutti perché ci troveremmo il green pass anche sui trasporti. Oggi se non abbiamo l’obbligo sul treno, sull’aereo, a lavoro, sulla scuola, è grazie a noi. Se i cittadini ci sostengono, noi facciamo la differenza dentro e fuori”.