Ora o mai più: le attività italiane sono alla canna del gas e se l’ultima stagione per rifiatare, l’estate, dovessimo passarla tra lockdown provvisori e zone a colori alternate, sarebbe ecatombe economica.
E’ questo in sintesi il pensiero del presidente del Movimento Imprese Ospitalità Paolo Bianchini. Un percorso lungo, dal blocco di un autogrill sul bolognese, fino a Palazzo Chigi, ha portato alcuni imprenditori a interloquire con diversi vertici di Governo.
Vertici che, senza troppa fretta, sembrano intenzionati ad allentare la presa delle restrizioni, a partire dal coprifuoco.
Proprio oggi il centrodestra e Italia Viva hanno presentato una mozione per la ripresa dell’attività dei centri commerciali e l’abolizione del coprifuoco, ma il finale di partita resta ancora da giocare, come ci ha riferito Bianchini a ‘Lavori in Corso’.
“Abbiamo capito che c’è una parte della maggioranza ormai tendente alla riapertura dei nostri locali. Anche quelli al chiuso.
E’ naturale che c’è il ministro del terrore che fino all’ultimo proverà a tenere tutto chiuso. Però comunque il fronte si sta allargando: oggi abbiamo “incassato” il sostegno di Italia Viva, della Lega, di parte del Movimento 5 Stelle e anche il Partito Democratico, piano piano, comincia ad allentare la morsa.
Ormai è quasi ridicolo il fatto di tenere chiuse le attività al chiuso, considerando che la temperatura esterna è ormai delineata verso la primavera e soprattutto possiamo tenere aperte le porte, le finestre, le vetrate e avere un ricircolo dell’aria importante e dare la possibilità a tutti di lavorare. Anche perché i mezzi pubblici continuano ad essere affollati, il paradosso è evidente.
Non si può continuare con una comunicazione che non dà tranquillità e programmazione a noi imprenditori per attrarre turismo in Italia, perché i turisti, se esiste ancora il coprifuoco e se non c’è certezza, non vengono. Avere delle certezze sulle riaperture dalla prossima settimana darebbe la possibilità agli albergatori chiusi da ottobre di poter respirare, anche perché continuano imperterriti a girare cinesi con le valigette in mano piene di soldi spicci per comprare le attività.
Questa cosa noi l’abbiamo anche fatta notare alle forze dell’ordine e si stanno intensificando i controlli soprattutto nel centro storico di Roma.
E’ pericolosissimo, perché tanti imprenditori sono arrivati alla canna del gas e potrebbero cedere a queste lusinghe.
Il 50% di 350mila aziende che non hanno posto fuori non possono continuare a stare chiuse per altri 15 giorni, perché siamo veramente arrivati al punto di non ritorno. Prima che subentrino strozzini, usurai e così via, forse è il caso che il Governo si interroghi se la vera soluzione per questa ripartenza sia appunto dare la possibilità a tutti di lavorare.
Dobbiamo programmare le riaperture. Questa è la parola d’ordine: programmazione. Senza programmazione non c’è futuro, e non possiamo permetterci di far saltare l’estate. Sarebbe il dramma nel dramma“.