Penso che il signor Vigorito, nel caso del viaggio in pullman, abbia perso un’occasione per dimostrare una personalità equilibrata e una capacità di lettura sana e aderente alla realtà degli eventi negativi

Avevo promesso a me stesso di non scrivere più alcun articolo riguardante il Benevento, se non prima fosse finito il campionato, ma dato che sono una mente plastica e incoerente con le frasi a contenuti perentori miei e altrui, torno sul mio pensiero e a costo di ‘rimangiarmi le parole’ scrivo; ma lo faccio soltanto perché l’indignazione è più forte del desiderio di evitare contenuti che possano alimentare ancora le polemiche.

Ho migliaia di conoscenti lungo tutta l’Italia: alcuni sono camionisti, agenti di commercio, altri pendolari, altri solo viaggiatori per piacere, e altri ancora degli eccetera, eccetera. Alcuni di questi amici, sanno che tifo per ‘La strega’ e avendo loro strada facendo incontrato il pullman del Benevento in viaggio verso Torino, mi hanno scritto o telefonato, raccontandomi alcune ‘storielle per niente belle’.    

L’umiliazione che il presidente Oreste Vigorito ha voluto imporre alla squadra, ritengo sia vergognosa. Nessuno vorrebbe mai essere umiliato neanche dal proprio padre immaginiamo dal presidente di una squadra. Le umiliazioni possono avere reazioni incontrollabili sulla psiche individuale e quindi anche sull’inconscio collettivo.

La rabbia repressa, la vergogna provata dinanzi agli immancabili sfottò di persone squallide, la svalutazione del tifoso (non dello sportivo) sono emozioni negative che neanche il più debole degli uomini riesce a metabolizzare senza aver superato un dolore dell’anima devastante.

Il disonore, la degradazione, l’onta, l’oltraggio, l’offesa, che l’umiliazione imposta come ‘punizione’ porta in sé, coinvolgono i rapporti fra il micro e il macrocosmo; fra l’io e il super-io; fra il dentro e il fuori di ogni calciatore, ma soprattutto, di ogni uomo.

Ho sentito in tv, dalla voce giudicante del presidente, parole dure ed offensive nei confronti dei calciatori. Ma don Oreste, essendo uomo di mondo, sa che il pesce puzza sempre dalla testa e la testa ‘dovrebbe’ essere lui e strettamente a seguire il suo staff.

Mi sono chiesto anche se il ‘dispettuccio infantile’ messo in atto dal presidente fosse una sua scelta razionale, o imposta dalla arroganza di certa curva, pericolosa. Mi sono posto molte altre domande e per ora non ho trovato le risposte armonizzanti, empatiche.

Io penso che nessun presidente sia un benefattore. E lo affermo con certezza, per sgombrare subito il campo da visioni romantiche del calcio e dei suoi attori. Penso che il signor Vigorito, nel caso del viaggio in pullman, abbia perso un’occasione per dimostrare una personalità equilibrata e una capacità di lettura sana e aderente alla realtà degli eventi negativi, concretizzatisi, soprattutto dopo la vittoria sulla Juve, nei rapporti fra staff e calciatori. Spesso ‘i capi’ si rinchiudono e isolano nelle loro torri d’avorio e perdono il senso della realtà in favore di una onnipotenza e narcisismo, subdolo e deviante. Predispongono ‘filtri’ fra loro e gli altri, convinti che essi siano perfetti nel filtrare le puzze delle persone di merda e di chi profuma di dignità.

Voglio ora, rivolgere un pensiero ai calciatori. Non farò nomi. Ritengo che in questo momento non sia giusto.

Posso immaginare, signori (perché non siete ragazzi) il dolore che vi portate nell’anima, oltre la fatica fisica, conseguenza di tredici, o quattordici ore di viaggio, ma sono certo, nonostante percepisca la vostra rabbia covata dentro (giustamente) che affronterete la partita con il massimo impegno. Io sono dalla vostra parte. Anche se non sono altro che uno scrittore; anche quando vi giudicano, senza conoscervi ‘ragazzi viziati’ e ricchi a dismisura. Lo fanno perché ignorano la realtà del sistema futbol; perché confondono Ronaldo, Messi, eccetera con tutti gli altri. Se guadagnate io sono certo che lo meritate! Nessuno vi regala niente. I sacrifici fatti per raggiungere certe mete, li conoscete solo voi. E che sia nitido il pensiero! Non dovete ringraziare di niente nessuno.  Solo gli sportivi veri. Coloro i quali si informano prima di parlare. E non quella decina di ultras o chissà che, che sbraitano davanti ai presidenti per ottenere chissà quali benefici. Sono certo che stanotte io mi divertirò vedendovi giocare. Perché so già che giocherete una bellissima partita! Degna di voi! Spero, infine, di rimangiarmi tutte le parole dure, vedendo il signor Oreste Vigorito chiedervi scusa ed abbracciarvi uno per uno, nel centro del campo; per la gioia di questi ultimi anni. E che il bene stravinca sul male! Perché il mondo è già di per sé troppo doloroso. Presidente, non perda questa altra occasione.

Mimmo Politanò