Oggi sono a Roma e ho preparato per voi tre discorsi sull’economia umanistica. E pare che a molte persone interessi ascoltare questi discorsi, che sono qualcosa di strano, di non comune.

Il primo tema che tratterò sarà il discorso sull’economia dell’arte, perché io credo che con il coronavirus uno dei settori più colpiti sia stato quello dell’arte. Cioè credo che ci abbiano tolto la possibilità di comprendere la dimensione del bello, che vogliono sostituire con la dimensione dell’utile.

Il secondo discorso sarà sull’economia del bene, perché molti pensano che l’economia sia il regno del male. In parte è così, ma quello che viene visto come il regno del male è in realtà la finanza, che ha avuto una deriva con effetti drammatici per l’umanità. 400 milioni di disoccupati sono stati creati a livello mondiale secondo i dati Fao nell’ultimo anno, per un cambiamento di modello economico che è collegato alla pandemia. Allora è possibile tornare a un’economia del bene? E l’economia umanistica può essere un’economia del bene? E’ una domanda credo di un certo interesse.

E infine l’ultimo discorso che sto preparando è sull’economia dell’amore. Anche qui può sembrare che l’amore sia un qualcosa di molto lontano dall’economia, che viene presentata come spread, bilanci, borse e via discorrendo. In realtà si può creare un’economia in cui l’amore, come anche hanno detto alcuni economisti, ha un ruolo.

Ecco io vi aspetto prossimamente, vi darò indicazione di quando saranno presentati in prima serata questi discorsi che vi ho annunciato.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi