Contro il Covid, tachipirina e vigile attesa non sono l’arma migliore. Anzi il più delle volte costituiscono l’aggravante che porta i pazienti a veder peggiorare le proprie condizioni fino anche al ricovero, la terapia intensiva e la morte. A dirlo, oltre alla sentenza del Tar dello scorso 4 marzo che stabiliva la sospensione della nota AIFA del 9 dicembre 2020 recante “principi di gestione dei casi Covid-19”, anche una lunga lista di medici che sono riusciti a salvare i propri pazienti derogando proprio a quelle linee imposte dal Governo.

Finalmente oggi qualcosa sembra muoversi: sono sempre di più gli esperti che avvalorano la tesi dell’inefficacia di quelle misure in favore della validità delle cure domiciliari di ogni singolo paziente. Eppure, nonostante le evidenze sia scientifiche che giuridiche, chi sin dal principio ha preso quelle decisioni e le ha imposte ai medici di base di tutta Italia non accenna ancora a una marcia indietro. Anzi, piuttosto che preoccuparsi di scegliere la strada migliore per curare i cittadini, pare addirittura voler eludere le proprie responsabilità sulla pericolosità di quei protocolli.

Fabio Duranti e Francesco Vergovich hanno affrontato questo tema insieme al medico e ricercatore Dott. Pasquale Mario Bacco. Ecco cosa hanno detto.

“Noi come gruppo di medicina legale oggi stiamo invasi da richieste di perizie medico legali di soggetti deceduti. La gente sta cominciando a svegliarsi. Prima la medicina era subordinata alla politica per le nomine. Oggi è una subordinazione totale. Siamo arrivati a far fare la vaccinazione ai farmacisti, non ho nulla contro di loro ma sappiamo benissimo che da tutti questi vaccini ci saranno degli shock anafilattici, è un fatto statistico.

L’Ordine dei medici così come tutte le strutture sanitarie dovrebbero essere contenti che le persone guariscano. E invece no, si continuano ad alterare le logiche della medicina. Oggi la medicina non cura più i pazienti, gli impone un determinato tipo di terapie. Noi abbiamo un grandissimo merito, quello di aver messo il dubbio anche nel vaccinista più convinto di questo pensiero unico. Noi curiamo circa 600 persone a casa, abbiamo una richiesta incredibile. Le persone si stanno svegliando, speriamo che questo risveglio sia civile e non incivile perché questo è un rischio che c’è e molti lo stanno sottovalutando. La paura e il terrore possono sfociare in qualsiasi cosa”.