Mascherine: il tratto probabilmente più distintivo della pandemia. Uno strumento che dal tecnicismo degli ambienti ospedalieri è culminato nel generalismo delle strade italiane. Filo conduttore dell’emergenza, ma anche di tutte le sue contraddizioni, questi dispositivi sanitari sono ancora oggetto di alcune controversie legate alla loro reale efficacia e alla produzione affidata dallo Stato a specifici soggetti privati.

Gli esperti, i virologi, che hanno ben presto abitato la scena pubblica allo scoppio del Covid in Italia, hanno prima affermato la loro inutilità per poi ricredersi poco dopo. Per quanto concerne il secondo punto resta un alone di mistero sui vari comparti del sistema-Paese che hanno scelto la strada della produzione. Tanto già in passato si è detto sulle mascherine prodotte da Fca. Meno si è parlato invece del singolare caso sorto ad aprile 2020 riguardante un accordo fra l’allora Commissario all’Emergenza Domenico Arcuri e l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

La missione? “Produrre 400mila mascherine al giorno dai detenuti per gli istituti di pena”: come ha spiegato in diretta Fabio Duranti. Questo il suo intervento con Francesco Vergovich a Un Giorno Speciale.

“Guardate l’articolo di Repubblica: Arcuri dichiara che c’è un accordo fra lui e Bonafede, che era il Guardasigilli, per le carceri: Milano, Salerno e Roma. Che cosa volevano fare? Produrre 400mila mascherine al giorno dai detenuti per gli istituti di pena. Cioè, hanno comprato i macchinari e gli stavano arrivando. Quindi significa che questa cosa era già pianificata.
Se non immagini che questa cosa durerà anni, come puoi comprare i macchinari per produrre le mascherine, recapitarle agli istituti e istruire i detenuti a usarle per produrre 400mila mascherine al giorno.

Le mascherine servono alle persone malate: questo si sapeva, che il malato doveva usarle, ma per il sano assolutamente era non raccomandato. E lo prevedeva anche il piano pandemico. Il piano pandemico dice proprio che ‘l’uso di mascherine chirurgiche va considerato anche per chi ricorre all’assistenza medica, mentre non è raccomandato per le persone non sintomatiche che si trovano in luoghi pubblici. Questo piano pandemico, vorrei ricordare, che era l’unica cosa ufficiale vigente per legge a quella data. E lo è stato fino a gennaio di quest’anno, quando è stato rinnovato.

Quindi in realtà tutto lasciava pensare che la mascheratura fosse qualcosa che dovevano portare i malati. Questo è quello che tutti gli scienziati dicevano. Tutti gli scienziati pensavano questo, lo dicevano in televisione, da Fauci a Burioni e tutti gli altri. In pochi giorni come si può passare dal considerare questo dispositivo un qualcosa di inutile a ordinare le macchine da portare addirittura ai detenuti? Come posso io pensare, da persona normale, che non fosse tutto organizzato?”