“Venti morti e 800 feriti per la rivolta del popolo: cosa sta succedendo in Colombia?”. È con questa domanda che il quotidiano sabaudo par excellence, “La Stampa”, sceglie di titolare in relazione alle tumultuose vicende che stanno investendo la Colombia. Che cosa sta accadendo, dunque, in Colombia? In estrema sintesi, il governo capitanato dall’ultraliberista Iván Duque ha proposto una riforma fiscale che non è risultata particolarmente gradita al popolo della Colombia: popolo che non ha esitato a manifestare il proprio veemente dissenso, occupando le strade e le piazze del Paese. E, così, da diversi giorni in Colombia migliaia di persone sono scese in piazza.

Quella che, in origine, sembrava dovesse essere una semplice protesta è divenuta rapidamente assai più simile a una vera e propria ribellione contro l’operato di un governo inteso come sempre più distante dagli interessi delle masse nazionali-popolari. Mi siano, allora, consentite due celeri e tutto fuorché esaustive considerazioni intorno a quanto sta accadendo in Colombia.
Punto primo: a quanto pare, vi sono ancora popoli che non sono disposti a lasciarsi calpestare e umiliare dal sempre più iniquo ordine neoliberale, quello che programmaticamente disgrega la tenuta dello Stato a beneficio dei gruppi privati e che riorganizza l’intera vita pubblica sul fondamento del mercato innalzato a sola sorgente di senso. Come le gloriose Giubbe Gialle in Francia, così ora il popolo in Colombia si organizza, occupa lo spazio pubblico e contesta coralmente l’ordine neoliberale incarnato dal proprio governo, che risponde con la violenza. Sotto questo riguardo, il popolo colombiano è maestro per tutti i popoli d’Europa che stanno subendo in silenzio la violenza neoliberale, peraltro potenziata grazie all’emergenza epidemiologica.

Punto secondo: perché si parla così poco, almeno in Europa, di ciò che sta accadendo in Colombia? La domanda della “Stampa” di Torino è emblematica. I quotidiani allineatissimi con il nuovo ordine mondiale a stelle e strisce non perdono occasione per tuonare contro il Venezuela comunista di Maduro, senza posa demonizzato come una dittatura spietata: e poi, curiosamente, sembrano assai più reticenti nel dare conto delle repressioni mortifere del governo della Colombia. Per l’ordine neoliberale, le dittature sono sempre quelle non neoliberali. Forse che i 20 morti e gli 800 feriti causati dalle repressioni del governo in Colombia sono cosa di poco conto? Forse che le morti cagionate dall’ordine neoliberale non debbono essere conteggiate come tali?

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro