L’amministrazione Biden si è espressa a favore della sospensione straordinaria del brevetto sui vaccini anticovid. Tale decisione è stata annunciata ai media americani dalla Rappresentante commerciale statunitense, Katherine Tai, nelle scorse ore. Si tratta di una presa di posizione molto forte che scuote notevolmente le sorti di un tema molto dibattuto in tutto il mondo.

Anche il Premier Draghi si è espresso sulla questione: “I vaccini sono un bene comune globale – ha affermato – prioritario aumentare la loro produzione e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”.

La vera sfida per l’Italia però, secondo Professore Aggiunto in Business Administration presso la John Cabot University di Roma Pietro Paganini, non è quella di sollevare il brevetto, quanto piuttosto di trovare delle partnership per produzioni più rapide, pur mantenendo i brevetti”. I motivi li ha spiegati in questa intervista. Con Luigia Luciani e Stefano Molinari, ecco la sua analisi a “Lavori in corso”.

“Le parole di Biden sono pragmatiche, quelle dei leader europei come sempre cascano nell’emotività e nella narrazione populista ed elettorale perché questi vaccini, di fatto, la maggior parte sono fatti negli Stati Uniti, in Inghilterra e poca roba in Europa.

Evidenzio tre elementi. Il primo è che l’operazione di Biden giunge in tempi non sospetti. E cioè dopo che l’America ha avviato, con gran successo, le vaccinazioni e oggi sono nella condizione di esportarle. Nel momento in cui, di fatto, queste aziende hanno già ripagato gli investimenti ed è un’azione di tipo geopolitico, Biden si rende conto che gli altri suoi due concorrenti storici, cioè Cina e Russia, stanno regalando vaccini a mezzo mondo. Biden dice che è il momento di alzare il prezzo della negoziazione americana e cominciare ad avvicinarsi a paesi che possono cadere sotto l’influenza cinese per farli tornare sotto quella americana. Il secondo elemento è che non dobbiamo cadere nella convinzione che, con i brevetti sollevati o sospesi, si fanno i farmaci. Per distribuire un medicinale a temperature sotto zero ci vogliono degli strumenti e non tutti questi paesi hanno le infrastrutture. Il tema non è il brevetto ma sapere produrre tanto e distribuire in modo veloce.

Sospendere il brevetto è un’illusione di tipo marxista. Questo sistema si è già verificato. La sfida del Governo italiano non è tanto quella di sollevare il brevetto, tanto che la Merkel, persona ragionevole, ha detto che è contraria, ma è quello di trovare delle partnership in cui si va a produzioni più rapide mantenendo i brevetti. E qui arriviamo al terzo elemento.

Oggi ho ascoltato le dichiarazioni imbarazzi di Zingaretti che dimostra non aver capito di cosa sta parlando. L’Italia è uno dei principali produttori di farmaci. La politica dovrebbe spiegare perché un farmaco in Germania arriva sullo scaffale in circa cento giorni attraverso l’AIFA tedesca e perché in Italia ne impiega 400 di giorni”.