E’ doloroso e imbarazzante, per me, dover iniziare un articolo in modo critico nei confronti dello staff di una squadra qualunque; immaginiamo poi del Benevento, che amo. Perché mi sento in colpa, perché ho la sensazione di non rispettare il lavoro altrui, perché non voglio apparire come un uomo saccente, arrogante, presupponente, assillante. Immaginate quindi, che cosa possa significare per me, scrivere contro lo staff de La Strega? Ma purtroppo devo farlo! E’ il mio compito! Sono pagato per questo! E in più c’è molta gente che desidera leggere i miei punti di vista, poco comuni e per niente scontati.

Penso che una critica fatta in buona fede (come si suol dire) se letta dal criticato con stato d’animo sereno, potrebbe diventare fonte luminosa nella visione dei propri errori; e diventare elementi intellettuali positivi, da mettere in atto, per evitare la coazione a ripetere del fallimento.
Dopo la partita vinta dal Benevento con la Juve, ho consigliato Inzaghi di non cambiare la squadra! Lo avevo fatto però senza l’aspettativa che mi avrebbe letto e ascoltato. Ma consapevole che il Benevento avrebbe perso se avesse cambiato: perché ci sono regole non scritte nel calcio che vanno rispettate. Pareggiare significa perdere due punti.
Ieri, Inzaghi ha ricevuto al Vigorito il meritato premio ‘Panchina d’argento’ come miglior allenatore. Se la memoria non mi inganna, anche Nicolàs Viola è stato premiato come miglior giocatore della Serie B, appena un anno fa, prima del covid 19. Vorranno dire qualcosa, queste due storie messe insieme? Sì! Queste due storie parallele vogliono semplicemente dire, che nessun allenatore può vincere dei premi come il ‘migliore’ di una stagione, se in squadra mette i brocchi, le pippe, i pezzi di legno, i raccomandati, i mafioselli di quartiere e gli eccetera. Il calcio è bello per i gol! L’esaltazione del gioco! Io, del Milan ricordo i gol di Pippo! Degli altri ho poca memoria.

Qualcuno mi dirà: Sì, ma Viola, ha avuto un serio infortunio. Giusto ‘Qualcuno’ hai ragione! Ma se la memoria non mi ri-inganna, il medico del Benevento, ha spiegato dopo tanto tempo, sui media, che c’era stato qualche ‘problema’. Ma i medici sono pagati appunto per risolverli i problemi o finanche anticiparli. Oggi un problema a un menisco è qualcosa di routinario e abbastanza facile da risolvere. Perché Caldirola e Viola, ancora (secondo ciò che ha detto Inzaghi nelle interviste video) non sono tornati in forma? Di chi è la colpa se colpa c’è? Perché il bravo Falque ancora non sta bene? Perché l’infaticabile Letizia si è fatto la ‘bua’? Direte: Troppe partite durante la settimana. Rispondo: Allora tutti questi ‘specialisti’ nel calcio moderno, tutte queste remerine corte con aggeggi elettronici strani a che servono? A giustificare le non scelte di allenatori livorosi? Di Direttori sportivi utilitaristici e privi di freni inibitori e diplomazia? Di Presidenti paterni non autorevoli ma autoritari? Che trattano i calciatori (alcuni con figli) come oggi non si tratterebbe neanche un adolescente? Qualche problema al Benevento senza dubbio, c’è. E i tifosi vogliono capire! Vogliono sapere perché tanta differenza fra il primo ed il secondo tempo di ieri, per esempio?
Ancora il Benevento ce la può fare, ma c’è bisogno di lealtà nei rapporti, in modo orizzontale e verticale, perché il calcio è sì un gioco, ma un gioco da e per, Uomini!

Mimmo Politanò