Il vaccino per tornare a vivere, per riavere una normalità, per riprendere a lavorare: il messaggio che arriva dalle istituzioni è chiaro, ma l’atto di fiducia che stanno compiendo i cittadini di fronte all’obbiettivo “vaccinazione di massa” è grande.

Con la moltitudine di pareri che provengono non da gente a caso, ma da enti riconosciuti, medici rinomati e scienziati ed esperti del settore, la popolazione infatti è confusa. Farsi un’idea chiara diventa sempre più un atto di fede che una scelta ponderata.

Tra le dispute che generano maggiori preoccupazioni, c’è quella che riguarda non soltanto l’efficacia del vaccino, ma la sua sicurezza. Se, infatti, un margine di effetti collaterali nel breve periodo viene considerato comprensibile e al pari di qualunque farmaco, altro aspetto assume invece la questione degli effetti collaterali nel lungo termine.

Chi ci assicura che da qui ai prossimi 10 mesi o anni non ci possano essere degli effetti anche gravi che ora è impossibile individuare? È su questo che si interroga Massimo Fini alla vigilia del suo turno di vaccinazione. Ne ha parlato in diretta a ‘Un giorno speciale’ insieme a Francesco Vergovich. Ecco il video del suo intervento.

“Devo vaccinarmi venerdì e qualche pensiero me lo dà. Le percentuali di trombosi sono minime, però su altri effetti collaterali che potrebbero essere peggio non sanno nulla. E non lo sanno per un semplice motivo: si è fatta la corsa al vaccino e la si è fatta molto in fretta. Un vaccino per essere oltre che efficace sicuro ci vogliono anni di sperimentazione. Adesso tu non sai se fra 10 mesi ti viene qualcosa. Non lo puoi sapere. Non puoi prevedere il futuro.

Insomma c’è stata un’azione secondo me sbagliata. A mio avviso bisognava puntare più sulle cure. Sin dall’inizio in fondo è sempre un’influenza, quindi non un morbo di cui non si conosce il pregresso. E poi, al di là del discorso economico, sono abbastanza convinto che il lockdown sia più dannoso del Covid”.