Bufera sul tema del catcalling. Il dibattito è stato aperto da Aurora Ramazzotti che recentemente in uno dei suoi video ha parlato della questione: “Ragazzi ci rendiamo conto che nel 2021 succede ancora il fenomeno del catcalling… che appena mi metto una gonna, o come in questo caso mi tolgo una giacca sportiva mentre sto correndo perché fa caldo, io debba sentire i fischi, i commenti sessisti e le schifezze. Questo mi fa schifo“
Poco dopo è giunto il commento, sempre tramite il mezzo social, di Damiano Er Faina che ha provocato reazioni contrastanti. Da una parte chi lo sostiene, dall’altra chi non è d’accordo con lui e da una terza, purtroppo, chi lo attacca con parole pesanti e minacce di morte.
A Food Sport insieme a Francesco Di Giovambattista ed Enrico Camelio, è intervenuto proprio lui per parlare di quello che è successo. Ecco cosa ha detto Damiano Er Faina ai nostri microfoni.
Damiano Er Faina: “Ho tratto un argomento importante con troppa leggerezza. Mi hanno augurato un tumore, di morire, di prendere fuoco“
“Il discorso che faccio io è molto semplice. Già nella giornata di ieri ho spiegato il fatto che ho sottovalutato completamente il problema. Ovviamente la mia non voleva essere una storia di avallamento del cat calling. Ho sottointeso che 20 anni fa succedeva e nessuno ci rimaneva male. Ovviamente l’uomo va avanti, la cultura si evolve e sono cambiati i tempi. Non dico che sia giusto farlo.
Io stavo facendo solo dell’ironia, anche stupida, trattando un argomento che non pensavo fosse così importante. Purtroppo con le mie parole ho ferito e offeso tante ragazze, tante donne che hanno subito molestie serie, fischi prolungati o atteggiamenti poco nobili da parte degli uomini. Mi è sembrato giusto ieri chiedere scusa per le mie parole. Perché anche se avessi offeso una sola persona a me dispiace e non era quella la mia intenzione. Ho tratto un argomento importante con troppa leggerezza.
Ho ricevuto insulti da tantissime persone. Fino a che toccano me io sono abituato, quando ti augurano un tumore, ti augurano di morire, di prendere fuoco. Il problema è quando toccano tua madre o la tua ragazza. Io ho visto mia madre in lacrime purtroppo, e questo mi ha colpevolizzato molto“.
Questo il pensiero della giornalista Francesca Sanipoli
“Penso che quando una ragazza riceve un complimento per strada fa sempre piacere, però bisogna vedere il tono e il modo. Ci sono delle ragazzine, e me è capitato perché a 13 anni ero già abbastanza grandicella, che rimangono spiazzate sentendo certe cose. Questo può essere traumatico. In più c’è il discorso di una discriminazione che non è soltanto sull’aspetto fisico.
Ci sono discriminazioni riguardanti l’etnia, la Religione, la classe sociale o la disabilità e queste sono ancora più gravi. Quando la Rai aveva i diritti per le interviste a bordocampo dei giocatori e spessissimo c’erano gruppi di tifosi che mi facevano il classico coro: ‘Ollele ollala…’ poi proseguite voi. Io stavo lì per lavoro e mi metteva in imbarazzo una cosa del genere“.