Lo Sputnik in Italia non è più un miraggio. E’ stato firmato un accordo tra il fondo russo e la società italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech per la produzione di Sputnik V in Italia. Un fatto storico, considerando che si tratta del “primo accordo europeo per la produzione locale del vaccino“, come specifica la Camera di Commercio Italo-Russa in una nota pubblicata sul suo sito.
Ora restano da sciogliere alcuni nodi, come il consenso dell’Agenzia Europea del Farmaco nella distribuzione del vaccino: la produzione inizierà a luglio 2021, come fa sapere a ‘Lavori in Corso’ il portavoce alla Camera di Commercio Italo-Russa; di lì a distribuirlo, sarà un altro discorso: sentite cosa ci ha detto in diretta Stefano Maggi.

E’ un accordo storico, una volta ogni tanto le associazioni di categoria funzionano. Il nostro scopo è quello di mettere insieme gli intrighi italiani e quelli russi e portare alla loro attenzione l’opportunità, sia in Italia che in Russia, dove negli ultimi mesi del 2020 abbiamo messo in contatto alcuni nostri associati con il titolare della ricerca del vaccino Sputnik”.

Dovremo aspettare il giudizio dell’Ema?

Quest’informazione non posso confermarla. La produzione normalmente dovrebbe avvenire se la società dello Stato di diritto italiano ha delle licenze e sottosta alle varie norme e leggi europee, quindi la produzione è un discorso prettamente operativo. Questa società ha le licenze e avrà la possibilità di produrlo, diverso è il discorso della distribuzione ai cittadini dell’Unione Europea.

Funziona così: la formula russa viene data all’azienda locale e questa produce il prodotto secondo gli standard e la ricetta del prodotto vaccinale. La Russia si può basare solo su questa modalità perché non è una casa farmaceutica, ma un fondo sovrano“.

I russi non vengono vaccinati con lo Sputnik?

Questa è un’informazione non del tutto vera, secondo i dati che vengono pubblicati all’inizio di marzo oltre 5 milioni di cittadini russi avevano già ricevuto la seconda inoculazione e circa 1,9 milioni di persone la prima.
Non sono numeri stratosferici, ma questo è un po’ nell’uso dei russi, che ad esempio usano poco anche gli antibiotici. Negli anni ’90 la Russia era famosa perché i cittadini cercavano di evitare qualsiasi tipo di farmaco.
Da luglio 2021 l’azienda è pronta a realizzare il prodotto vaccinale
“.