La promozione dell’economia deve essere di ogni uomo, vuol dire di ogni essere umano e di tutto l’animo umano. Per tale ragione l’economia che io propongo, l’economia umanistica, è quella che pone al centro l’interesse dell’uomo per l’uomo.

Al contrario di quella capitalistica che concentra la ricchezza in mano a pochi individui, quella umanistica è volta al progresso completo dell’intera umanità, non come concetto astratto, ma misurabile in ciascuno di noi nella ricerca di una giornata felice. Perché la felicità è il bene raggiunto il quale non se ne può desiderare uno migliore, che non può essere misurato né scambiato in nessuna borsa del mondo.

L’economia umanistica pone al centro l’uomo e il lavoro, non il reddito di cittadinanza che è schiavitù e voto di scambio. Prova ne è il fatto che non sono stati creati posti di lavoro, ma sono state parcheggiate le persone in una situazione di sudditanza. Il fatto che l’Unione Europea voglia incentivare queste cose poi mi fa capire che non stiamo andando verso un mondo migliore. Perché se effettivamente i Recovery Fund servissero per un mondo meraviglioso, perché incentivarlo? Perché già sai che avrai molti più poveri.

Il secondo concetto è che il progresso dell’umanità si misura in cose semplici. Cioè al fatto che alla fine della giornata noi abbiamo avuto una giornata felice.

Questa è la visione di cui vi voglio parlare. Molti mi chiedono in pratica cosa si può fare, mi chiedono cosa fare nella cabina elettorale. Io vi dico che la cosa più pratica che possiamo fare è imparare a pensare.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi