Con ogni probabilità ci si avvicinerà alla Pasqua con norme molto simili a quelle di Natale: Draghi sulla falsariga di Conte si affida agli allarmi del Cts, che invoca norme più restrittive per contenere il contagio. Niente lockdown generalizzato, anche se il virologo Crisanti lo ritiene necessario “se si continua così“. tuttavia si va verso nuove chiusure, in particolare nei weekend, che saranno per gli addetti ai lavori in rosso in tutta Italia, mentre il coprifuoco dovrebbe essere anticipato di qualche ora (si parla delle 19.00).
Si guarderà con meno entusiasmo anche alla zona gialla, che verrà cambiata in modo sostanziale con criteri più duri, sempre su spinta degli scienziati del Cts. L’intenzione è inoltre quella di rendere il passaggio alla zona rossa più immediato nelle zone locali che superino i 250 casi ogni 100mila abitanti.
Tirando le somme, sarà una Pasqua blindata. Quando potremo assistere a un alleggerimento delle misure non è ancora chiaro, tanto che ormai il loro definitivo scioglimento sembra utopia.
Le previsioni ottimistiche parlano di altri 7-12 mesi di pazienza (Giovanni Rezza dixit), ma non mancano analisi catastrofiche come quella della rivista Science, che fa rabbrividire: forse solo tra dieci anni vedremo la fine del covid e annesse misure emergenziali, secondo quanto scrive la celebre rivista scientifica.
Non è quindi lecito parlare non più di emergenza, ma di nuova normalità?
È possibile che queste misure così aspre possano allettare non poco chi ci governa?
Ce lo siamo chiesto a ‘Un Giorno Speciale’ insieme a Fabio Duranti e al Prof. Diego Fusaro. Sentite cosa hanno detto ai microfoni di Francesco Vergovich.
Fusaro: “Emergenza? È un metodo di Governo”
“Diceva il Poeta che aprile è il mese più crudele, ma potremmo chiosare che anche marzo non scherza.
Per citare un altro poeta, cito il sommo e divino Dante Alighieri, che nel Purgatorio Canto I scrive: “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”, si sta parlando di Catone e del suo gesto estremo. Bisognerebbe che i virologi correggessero e spiegassero che al massimo, caro Alighieri, bisognerebbe rifiutare la libertà per andare a cercare la vita, perché questo è l’insegnamento che ci viene impartito.
Naturalmente il virologo di turno, seguito dal politico, ci spiegherebbe che è una situazione provvisoria e a quel punto, dopo un anno di durata dell’emergenza, bisognerebbe domandare:
- Quanto può durare un’emergenza per potersi appellare emergenza e non nuova normalità;
- Se davvero l’emergenza diventa un metodo di governo tale per cui la si trasforma effettivamente in razionalità politica per far sì che le norme dell’emergenza si cronicizzino, che cosa succede?
Queste sono domande che debbono essere poste da un punto di vista critico e, mi rendo conto, anche controcorrente perchè oggi – come non mi stanco di ribadire – abbiamo bisogno ancor più che dell’immunità di gregge, dell’immunità dal gregge. Riprendere la nostra sovranità mentale e cominciare di nuovo a pensare altrimenti.
Essenzialmente dal G8 di Genova dei primi anni del 2000 il rapporto col potere cambiò notevolmente, proprio in ragione del fatto che questi oblò che ci portiamo in tasca, questi dispositivi detti smartphone, hanno la capacità di riprendere e di diffondere incontenibilmente immagini. E’ proprio questo il punto problematico per il potere oggi: come bloccare la diffusione di sapere e informazione non allineata. Ecco perché da un anno a questa parte si assiste a una restrizione costante degli spazi di libertà.
Quello che non ci perdonano è il fatto che noi abbiamo un altro discorso da difendere, un’altra visione delle cose da prospettare”.
Duranti: “Basta incolpare gli italiani, la colpa è di chi non cura!”
“Quando vedi che il popolo italiano non reagisce di fronte a una palese illiceità e stupidità, se io fossi un dominatore incallito, un prepotente, un leviatano, direi “ecco la preda giusta”.
Il leone non sceglie un animale complicato da cacciare, cerca sempre la parte più debole. Ecco, noi siamo le loro prende facili.
Io ho notato un’accelerazione della prepotenza di chi è stato demandato al potere a cominciare dai gradi più alti, fino ad arrivare anche alla gente comune, che sulla base di queste disposizioni che nulla hanno a che vedere con la nostra costituzione e con uno Stato di diritto ritengono di fare gli sceriffi di strada.
Do un consiglio alle persone che vogliono fare due passi nella natura o in una strada dove non c’è nessuno: seppur incostituzionale rispettatelo il Dpcm, levategli la sete col prosciutto e portatevi sempre una telecamerina accesa così da dimostrare a un eventuale processo che non ci sono persone intorno e che puoi stare senza bavaglio. Se qualcuno si avvicina lo si intima a mantenere la distanza.
Questi signori vogliono farci diventare abusivi o addirittura incolparci del contagio. La colpa del contagio sarebbe nostra perché “hai fatto l’incontro, la movida ecc…”. No, la colpa del contagio è tua che non sei stato capace di curare!“