Pare che dopo Pasqua si vada verso la riapertura delle scuole di tutta Italia. Non è semplice dire se si tratti dell’ormai tristemente nota saga dell’asino e della carota, quel che è certo è che anche in questo caso viene avvalorato uno dei punti nodali del nuovo capitalismo terapeutico.

Ogni volta gli amministratori del potere introducono un nuovo dispositivo biopolitico di controllo. Un nuovo elemento del paradigma securitario che promette sicurezza in cambio di libertà e diritti. Ogni volta vi tolgono un pezzo di libertà, di privacy, di sovranità sul vostro corpo.

La proposta che è stata avanzata dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, con il prezioso contributo del commissario Figliuolo, riguarda la possibilità di effettuare periodicamente i tamponi nelle classi a studenti e docenti.

Così titolava La Repubblica in data 25 marzo 2021: “Scuola, ipotesi tamponi al primo giorno della settimana”. Insomma, alle proteste degli studenti contro la DAD il potere risponde con la riapertura della scuola a patto che si sia disposti a cedere porzioni di sovranità sul proprio corpo. Che si accetti di essere sottoposti ogni volta a inizio settimana alla prassi del tampone.

Lo dico ormai da un anno: l’emergenza epidemiologica è stata da subito utilizzata come metodo di governo dei gruppi dominanti a proprio esclusivo beneficio.

Il biopotere dispone senza limiti della nostra vita e si giustifica dietro la narrativa di ordine protettivo. Il controllo ormai è sotto la pelle: pensate a tutte le volte che vi è stata misurata la temperatura. È in questa logica che bisogna leggere la pratica dei tamponi e la proposta di introdurli settimanalmente nelle scuole come inaggirabile precondizione per la riapertura.

Può ancora dirsi libera una società di questo tipo?

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