Tra i più fortunati in questa enorme crisi economica che sta attraversando l’intero paese a causa della pandemia ci sono sicuramente i dipendenti pubblici. A fronte delle profonde perdite di fatturato di piccoli e medi imprenditori e del grave stop che lavoratori autonomi e partite Iva hanno subito, gli stipendi e i diritti dei titolari di “posto fisso” sono rimasti intoccati.
Privilegi che secondo l’economista Valerio Malvezzi hanno tuttavia vita breve. Se tutto ciò che il Professore ha previsto si realizzerà – come già purtroppo sta accadendo – i prossimi a rischiare il posto di lavoro sono proprio loro.
Stiamo andando in contro a un profondo cambiamento economico e questo non travolgerà soltanto piccole e medie imprese. È tutto scritto nero su bianco nel documento del Group of Thirty che porta anche la firma del nostro nuovo Premier Mario Draghi.
Il Prof. Malvezzi in questa intervista ha lanciato un avvertimento: i dipendenti pubblici farebbero bene a preoccuparsi, perché i prossimi senza lavoro saranno loro. Ecco cosa ha detto in diretta a Francesco Vergovich e Fabio Duranti.
“Io voglio fare un discorso a tutti i dipendenti pubblici che dicono ‘chi se ne frega se le imprese chiudono, erano destinate a chiudere perché se non stavano in piedi è giusto che falliscano. Ecco: cominciate a preoccuparvi del vostro posto di lavoro.
Con la logica Divide et impera, cioè uccidere i più deboli e gli altri che invece sono garantiti col c*** al caldo vedono la persona che crepa lì a fianco e la lascia crepare, chi ha veramente il potere che non sono i politici ma le grandi lobby internazionali, le famose corporate di cui parla il documento del G30 firmato anche da Mario Draghi, hanno un interesse: sostituire la piccola e media impresa con le corporate internazionali. Stiamo cioè assistendo a una occupazione barbarica del nostro paese.
Quando saranno spazzati via i tessuti delle piccole imprese a quel punto sarà il momento dei lavoratori pubblici. Pensate veramente che chi fa smart working da casa non potrà essere sostituito da un software?”