Maria Grazia Cucinotta è impegnata, da un paio di mesi, a girare un docufilm in Cina. Quest’oggi è intervenuta in collegamento a Io le donne non le capisco per raccontarci come si vive, dopo un anno di Covid, in Cina. 

“Qui i controlli sono molto severi e i risultati che hanno raggiunto sono sorprendenti. Oggi qui, su un miliardo e mezzo di persone, ci sono solo 148 persone positive. Da loro funziona che una volta che arrivi ti sottopongono a sierologico e molecolare, devi fare due settimane di quarantena dove ti controllano due volte al giorno. Non puoi mai uscire dalla camera, sono loro che ti portano il cibo e tutto quello che ti serve. Finita la quarantena, devi fare un’altra settimana di quarantena e una di semi-libertà. In quest’ultima settimana si può lavorare ma non non ti puoi sportare dalla città né entrare in luoghi pubblici.

Quando arrivi le autorità ti rilasciano un codice sul cellulare e solo quando questo diventa verde puoi accedere in tutti i posti pubblici. Sono molto severi ma ormai sono Covid-free e questo mi sorprende. All’inizio avevo anche un po’ di timore perché vedevo i cinesi in giro molto liberi. Ma il far rispettare le regole dà dei risultati sorprendenti, essere severi in questi casi ti ripaga con una grande libertà. Hai la libertà di girare senza incorrere in rischi. Per loro gli ultimi tre casi sono link collegati con l’estero, per questo hanno aumentato la quarantena a 21 giorni”.

“In questi giorni sono a Yan’an, sto girando un docufilm sui 100 anni della storia della Cina e sulla nascita di del Partito Comunista. Yan’an è stata la città dove Mao è stato qui per 13 anni con il suo seguito di 20 mila persone ed è una città di pellegrinaggio” conclude Maria Grazia.

Sonia D’Agostino