DanimarcaNorvegiaIslanda e Bulgaria: sono queste le “quattro sorelle” nella sospensione della somministrazione del vaccino anglo-svedese AstraZeneca a causa di sospetti coaguli di sangue dopo le somministrazioni. Non ci sarebbe però da preoccuparsi, parola di Ursula Von der Leyen, che così avrebbe riferito in una telefonata al premier Mario Draghi; mentre le indagini sono quindi in corso continuano in Europa le somministrazioni.

In Italia l’Aifa ha nel frattempo sospeso un altro lotto, e nonostante le rassicurazioni dell’OMS che dice attraverso la portavoce Margaret Harris che “non c’è motivo per non somministrarlo”, cui fa eco l’Ema secondo cui “i benefici superano i rischi”, la diffidenza aumenta.
Ne è testimone il Vicedirettore de “Il Tempo” Francesco Storace, che a ‘Lavori in Corso’ lancia u appello direttamente al ministro Speranza: perché non fare chiarezza una volta per tutte?

Nuovo Governo? I cambiamenti che ci sono sono formali, che poi sono anche sostanziali perché quando passi dal Dpcm al decreto dai al Parlamento la possibilità di parola e questo non è un passaggio di poco conto.
Il tema però se mi permettete è anche il silenzio incomprensibile del Ministero della Salute. Non c’è autorità che spiega esattamente cosa sta succedendo: faccio riferimento alla questione AstraZeneca, perché ho sentito persone che lo hanno fatto con paura e persone che hanno paura e che lo debbono fare. Allora io vorrei un ministro che dica che cosa sta succedendo.

Chi doveva verificare gli accordi che ha sottoscritto l’Unione Europea? Speranza è quello che andava in Parlamento con un programma che adesso è carta straccia. Quanto ci è costata la voglia di primula di Arcuri? Quanti hanno disdetto ad oggi la vaccinazione prenotata? Quali sono le differenze tra i vaccini che abbiamo usato noi e quelli usati in Danimarca, Norvegia, Islanda (laddove hanno usato i lotti inquinati)?
La pagliacciata del 27 dicembre scorso la rifarebbe oggi? Purtroppo Speranza non risponde alle domande, per lo meno a quelle de “Il Tempo”.

Detto tutto questo il tema è la malattia, se bisogna prendere atto che c’è e quindi tentare di sconfiggerla o meno. Quello che a me dà fastidio sono le vie di mezzo per cui non si riesce mai a capire quando sarà la fine di questa roba a seconda dei comportamenti che assumiamo, né quando arrivano questi benedetti vaccini. Io ci sto anche al lockdown, ma se so che mi arriva il vaccino e la commedia finisce. Ma se questo non arriva comincia a diventare qualcosa su cui mi arrabbio molto“.