Niente libertà, nessun rilassamento. La prima azione del Governo Draghi è stata dunque chiedere quote di libertà agli italiani, prima ancora di cedere quote di sovranità all’Europa. Lo ha annunciato il Ministro della Salute Roberto Speranza a Palazzo Madama in occasione della discussione sul Nuovo Dpcm: un decreto valido dal 6 marzo al 6 aprile, Pasqua (4 aprile) e Pasquetta incluse, niente gite fuori porta, niente di niente che non sia diverso da ciò che abbiamo visto col Conte 2.
“Non possiamo abbassare la guardia ora“, dice il Ministro mettendo tutti in guardia dal pericolo delle varianti, in vista delle quali occorre tenere alta l’attenzione e ferme le restrizioni.
Le nuove regole subiscono variazioni a livello regionale – entrando da ora in vigore da lunedì anziché da domenica – ma non a livello nazionale.
Niente relax neppure per le categorie economiche più a rischio, ma nemmeno per quelle più fragili a livello psicologico: depressi, ragazzi in età scolare, adulti sopra i 50 anni dovranno continuare a fare i conti con le restrizioni, per non parlare dello spettro del lockdown.
In tutto ciò persiste per Enrico Michetti un silenzio assordante sulla possibilità di curare il virus, ancor prima di quella di vaccinare in massa. E’ ormai dimostrato che alcuni farmaci nei casi di sviluppo meno grave del Sars-Cov-2 possono alleviare la situazione e consentire di stare tranquilli. Uno scenario che avrebbe effetti postivi anche nella vita quotidiana con meno paura di contrarre il virus, se solo la medicina di territorio fosse stata potenziata nell’attesa parossitica del vaccino (che nel frattempo continua a scarseggiare dalle nostre parti).
Ecco l’intervento del direttore della Gazzetta Amministrativa in diretta.
“Mi sembra che ci sia una continuità tra il nuovo governo e il vecchio governo. Quello che invece dovrebbe cambiare è proprio l’atteggiamento alla malattia: ormai dopo undici mesi con il morbo bisogna iniziare a conviverci. Se ancora chiudiamo tutto probabilmente non abbiamo ancora trovato la giusta soluzione, non soltanto il vaccino, che è un rimedio che darà dei giovamenti a medio-lungo termine.
Quello che bisognava fare è lavorare sulla cura e inoltre capire che in un periodo come quello tra febbraio e marzo c’è sempre un incremento dei ricoveri e delle terapie intensive. Bisogna capire qual è lo scarto rispetto al fisiologico, cioè se veramente è una pandemia o invece sono i malanni di stagione che in questo momento si accentuano.
Credo che su questa pandemia ci sia qualcuno che ci sta un po’ speculando, perché è vero, è importante fare delle chiusure, ma dove c’è il problema e il problema è persistente. Per cui perimetrare il problema laddove magari si accende un focolaio. Fare ancora queste chiusure generalizzate significa non aver trovato una soluzione, perché proporre di chiudere lo può fare anche un bambino di 4 anni. La perizia sta nel cercare di convivere col virus, di continuare a lavorare, di preservare la salute e anche la libertà. Su questo si gioca la valenza di una politica all’altezza della situazione.
Noi così stiamo spegnendo il sistema Italia e stiamo creando dei danni enormi al sistema nervoso. Pensate a un ragazzo che non può andare in palestra, fa lezione dalle 10.00 alle 15.00, poi torna a casa quando non è in Dad, ha quelle tre-quattro ore per studiare, poi c’è il coprifuoco, e i contatti che deve avere deve averli a distanza. Magari fino all’anno scorso si riusciva anche a mandarli un po’ in montagna, a fargli prendere un po’ di sole. Ora tutto questo è precluso, ma tutto ciò incide gravemente sulla psiche dell’individuo.
Bisogna tenere conto di quello che si sta generando all’interno della testa dei ragazzi. Non a caso c’è un incremento dei suicidi. C’è proprio un individuo che diventa più amorfo, meno curioso, meno passionale, più distante, più criptico.
Stiamo generando degli individui quasi in provetta. Ci stiamo distanziando dal vivere civile, che è fatto di contatti, di emozione, di passione.
Vedo dal mio punto di vista una totale esagerazione. Io mi aspettavo qualcosa anche in questo senso: poter rendere il fisico più robusto con le varie cure per poter sopportare il virus. Perché la prevenzione è importante quanto il vaccino, così come la cura, e se è vero che muoiono 300 persone al giorno, significa che ogni giorno ne muoiono quanto in un grande terremoto. La catastrofe è oggi, se questo è il numero. Perché allora non utilizziamo la ricerca scientifica su quella cura? Perché non si è fatta una cabina di regia mondiale sui rimedi che hanno funzionato? Sono rimedi che potrebbero aiutarci a convincere con questo virus e continuare a vivere, ma devo dire che piove sul bagnato quando degli scellerati fanno degli errori macroscopici. Tu a dieci ore dall’avvio di un’attività non puoi pensare di far fare marcia indietro a chi ha investito milioni“.